Commento alla Divina commedia d'Anonimo Fiorentino del secolo XIV, Opseg 2 |
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Stranica 487 - Sì tosto come in su la soglia fui . Di mia seconda etade e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m...
Stranica 6 - Vidi presso di me un veglio solo, Degno di tanta reverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava a
Stranica 446 - Vago già di cercar dentro e dintorno • La divina foresta spessa e viva, Ch'agli occhi temperava il nuovo giorno. Senza più aspettar lasciai la riva, Prendendo la campagna lento lento Su per lo suol che d
Stranica 80 - Oh, rispos' egli, appiè del Casentino Traversa un acqua che ha nome l' Archiano, Che sopra l' Ermo nasce in Apennino. Dove il vocabol suo diventa vano Arriva' io forato nella gola, Fuggendo a piede e sanguinando il piano.
Stranica 254 - Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben, letizia, e per male, aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia, Non dico tutti: ma, posto ch...
Stranica 61 - Ed egli a me : Questa montagna è tale, Che sempre al cominciar di sotto è grave, E quanto uom più va su, e men fa male. Però quand' ella ti parrà soave Tanto, che il su andar ti fia leggiero, Come a seconda giù andar per nave ; Allor sarai al fin d' esto sentiero : Quivi di riposar l
Stranica 495 - Piangendo dissi : Le presenti cose Col falso lor piacer volser miei passi, Tosto che il vostro viso si nascose. Ed ella : Se tacessi, o se negassi Ciò che confessi, non fora men nota La colpa tua : da tal giudice sassi.
Stranica 447 - Ti scaldi , s' io vo' credere a' sembianti , Che soglion esser testimon del cuore, Vegnati voglia di trarreti avanti , Diss'io a lei, verso questa riviera, Tanto ch' io possa intender, che tu canti. Tu mi fai rimembrar, dove e qual era Proserpina nel tempo , che perdette La madre lei , ed ella primavera 3.
Stranica 29 - L' anima mia , che , con la sua persona Venendo qui , è affannata tanto. Amar, che nella mente mi ragiona, Cominciò egli allor si dolcemente , Che la dolcezza ancor dentro mi suona. Lo mio Maestro ed io e quella gente Ch' eran con lui , parevan si contenti , Corn' a nessun toccasse altro la mente.
Stranica 255 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.