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uno dissegno per lo inimicho che aspettandosse adi 25 del pnte miss. Alexandro in Lombardia; el Re Reniero et Bartho Coglione cum tutte queste gente lequale erano a questa impresa se deno venire insieme et per le tere del Marchese de Mantua passare in Veronese et querizarlo: et questo loro fano per dividere le forze vre et farvi andare separatamente ala guardia del paese de la n. I. S. per mandare forse ad executione qualcuno facto suo. Et benche la v. exa intenda questa materie et el facto darme meglio che mi, pure ricordio questo cum fede et caritate zoe che la V. S. unitamente cum tutte le gente che lei potesse fare lassare ben fornite le terre et le fortezze Si mettesse tra bressa et verona et più appresso bressa che fusse possibile ale spale de la montagna in uno luocho de reputatione eminente et forte che lo inimico no vi potesse devedare le victualie per lo exercito vro pure la Ill. ex. v. intende como ho ditto questo mesturo meglio che mi et al bisogno li provedera.

Io de brevi mandero copiosamente de tutto informato uno mio sicuro messo el quale cognoscete et che a bocha lungamente narera tutto et anche altre facende ala S. V. la quale aviso che questi che sono cum Bartholomeo squadre nove bene in pronto et in ordine. Casali XX sept. 1453.

Pandulfus Contareno

orator.

(Documento presso l'Ambrosiana cartella Mil. Ven. Gen. Z. 146.)

25.

Andrea da Foligno discorre, scrivendo al Duca, dei preparativi che si fanno per accogliere in Pavia degnamente il re Renato.

Signore

Foy col Sre Corrado et col locotenente da Lode per lo facto del salvocondotto delà dadda dicendoli il modo voleva la V. S. se observasse in concedere quello et per loro ricordo parlay cum circha sey deli principali nri amici che hanno a fare delà dadda in presentia del locotenente dando pero il juramento a tucti et dicendoli

cum bono modo volessono cerchare de spacciarse presto a remettere dentro li migli et le uge (uve) et cosi indurre li altri a fare il simile et questo per bono respecto non possendo io aspectare tanto: li a Lodi lassay ordinato al locotenente quello se havesse a fare et che habiendo loro dicto salviconducto ne avisasse subito la Sria vra solicitasse li homeni a recoglere presto in termine de quattro o cinque di et che doy di in anzi ne desse adviso ala S. V. Andando di poi a Milano dove credeva trovare madonna trovay che era partita e venuta qui a Pavia per fare provedere et honorare la Mayesta del Re et menato cum la soa Sria Monsignor di Novara et d. Nicolo Arcimboldo, d. Galeazio, il conte Filippo Borromey, d. Arasmo dionisi biglia, d. Iohannes Stampa et Marchione Marliano et Baptista da Lampugnano et più altri Gentiluomini milanesi; dove che senza dimora mene venni qui a Pavia per conferire cum Madonna quanto dala V. S. haveva havuto in commissione et maxime circha il honorare dela Mayta del Re et parlando cum la sua Sria me disse haveva provisto a tucto et facto apparichiare molto ornatamente per ricever la sua May.ta La sala grande cum le cinque camere qui in castello che respondono verso il giardino cum tre camere de socto et sonno tanto ben parate et fornite de lecti et soy fornimenti et tante altre tapezarie, che li poteria allogiare, ciascuno magior Signore, per li altri gentilhomeni è facta provisione in la città, a casa de speciali cittadini, per i loro cavalli se è provisto in le stalle dela cittadella. Abraam deli Ardicii venne heri qui et depoy scrisse d. Angelo, la Soa Mayta venira cum circha 400 cavalli et fara pocha dimora qui et depoy vole andare a stare in qualche loco presso a Milano dove possa tenere tucti li soy per solicitare li metterli in puncto et ordinare le squatre como se costuma de qua et fare altre soy provisione: loco capace non glie: Ma se è dicto fra nuy che la Soa Mayta poteria stare in Chiaravalle cum quelli più potesse et li altri li in circha, bisognara questa cosa meglio discutere et poy prendere il partito cognosciuta sia meglo la soa volonta. La soa Mayta allogiò herisera a Sanazaro questa mattina vene qui dicenare a langelo et de qui segli manda il dicenare parte cocto et parte crudo che parenon mangi hoggi de grasso. Questa sera circha hore XX se aspecta qui et Madonna gli andara incontra per fina in capo del borgo accompagnata da molti gentilhomeni et donne, gli si mandera il baldachino et la processione incontra, et non dubito se gli fara gran

dissimo honore. Messer Cato è deputato a fargli il sermone conducto sia in castello. Le chiave dela città gli saranno presentate fora dela porta et il Bolognino al quale presentay la Ira dela V. S. et gli fo molto cara et dissegli anchora a bocca de lhonore et accoglienza la V. S. voleva se fosse ala prefata Mayta gli presentara la chiave del castello, in quello intrara de dentro et tandem cum soni balli et canti se è ordinato farli quello honore sia possibile. Ala V. S. se appartene, quantunche stia male a my, essere così prosontuoso sollicitare nocte et di et cum lettere et cum messi tanto la Soa Mayta a mettesse presto in puncto, quantoche a fare levare le altre nre gente de Monferra, et se possibile et le gente del Sre Guiglielmo farle venire via e vedere questo pocho tempo ce resta de fare qualche bene et cossi debbio recordare ala S. V. per parte di Madonna perchè il perdere de uno di a questi tempi importa assay.

lo seria tornato a Milano a dare expeditione a quelle altre faccende quale la V. S. sa; ma Madonna me ha retenuto qui et maxime perchè là non haveria possuto fare niente, considerato chel consiglio non è inseme che per discutere et provedere a tal facenda quale è questa che se ha ad agitare, cum loro vorranno trovarse tucti asseme et maturamente dire il lor parere.

Date papie die mercurii 19 sept. 53.

Servitor Andreas de Fulginco.

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UPPONIAMO per un momento che Brescia (mi si perdoni l'ipotesi assurda), che una città qual fu e qual è Brescia non avesse sinora avuto uno speciale storico od annalista, ne sorgesse oggi col proposito di narrar le vicende di essa sin dal tempo in cui prese a reggersi a Comune. Se questo storico contasse trar grande aiuto dalle carte che qua oggi si conservano nei pubblici e privati Archivi e nella civica Biblioteca, resterebbe presto disilluso e fors' anco scoraggiato a causa dei vuoti immensi che generalmente troverebbe fino all'anno 1426, primo della signoria di Venezia, neppur col quale, del resto, si entra nell' abbondanza.

Quante e quali sono infatti le carte anteriori al 1426 che restano ancora? Restano le monastiche, copiose sì, ma lungi di qua la più parte; restano il celebre Liber Potheris (1009-1286), ora in corso di stampa, gli Statuti dei secoli XIII e XIV, già pubblicati, e poche altre fonti, ma scarse tutte e isolate. Perfino i protocolli notarili, che altrove rimontano al secolo XII, qui cominciano appena coi primi anni del XV. Ben poco insomma si ha qui che getti luce sulla vita politica, civile ed economica di questa città

e del suo territorio durante un periodo così importante. Scarsissimi i materiali attinenti ai tempi di libero governo, a quelli delle signorie angioina, scaligera e viscontea; scarsi fin quelli relativi ai due Principi italiani che per ultimi ebbero qui dominio innanzi la Repubblica veneta: Pandolfo Malatesta (1404-1421) e Filippo Maria Visconti (1421-1426). È noto che parecchi atti di Stato del periodo malatestiano si conservano in luogo ben distante di qua, a Fano, dove furon trasportati da Pandolfo stesso quando gli fu forza restituir Bergamo e Brescia al Visconti (').

Io non credo andar errato opinando che, come in questa, forse in niun' altra città d'Italia i mutamenti politici abbian prodotto un simile depauperamento degli archivi. Ma altre ancora ne furono le cause, fra cui non ultima l'abbandono, la trascuranza, o la poca sorveglianza in cui essi restarono (intendo specialmente di quelli in poter dello Stato) sin quasi a' giorni nostri, come andrò qui dimostrando con certissimi dati.

I.

Di veri archivi ed archivisti di appartenenza governativa in Brescia non ho trovato memorie anteriori al 1516, tempo in cui la Repubblica riacquistò qua il dominio perduto sette anni prima. Un mese non era ancora trascorso dal felice avvenimento, che il

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(1) Cfr. il Repertorio dell'antico Archivio Comunale di Fano, compilato da Monsignor A. Zonghi, e specialmente da p. 67 a 125, dove si descrivono 28 codici tutti direttamente risguardanti il governo di Pandolfo in Brescia. « Si può affermare che la storia di Brescia e del suo territorio, per quel periodo di circa 16 anni, è racchiusa, in buona parte, entro questi volumi. Saranno stati mai esplorati da alcuno? » Ciò il compilatore osservava e chiedeva nel dar fuori il suo dotto e prezioso lavoro (1888). E a quella domanda non si poteva in allora rispondere che negativamente: non così oggi che da quelle carte ha tratto già il miglior partito l'illustre Conte Comm. F. Bettoni in un capitolo di quella Storia di Brescia narrata al popolo ch'egli sta ora scrivendo, letto all'Ateneo di Brescia il 16 luglio 1893. (Cfr. Commentarî dell'Ateneo di Brescia per l'anno 1893, p. 163 e seg.)

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