Slike stranica
PDF
ePub

ziani, per avere questi dato il supremo comando a Gentile della Lionessa, arrecò ai Veneziani danni grandissimi; intanto che Corrado suo fratello rompeva, sotto a Cassine, il marchese di Monferrato e conquistava, rinforzato in seguito anche dal Colleoni, i castelli del Tortonese ('). Travagliavasi intanto la guerra in Toscana, tra Alfonso, che vi aveva mandato il figlio Ferdinando con 12 000 uomini, capitanati da Federico d' Urbino, e i Firentini, i quali, ridotti a mal partito, invitarono lo Sforza a spedire loro degli aiuti, e il re di Francia a scendere in Italia, od almeno a mandarvi, conformemente a quanto era già stato tra di essi stipulato, il re Renato. Il primo inviava loro 6 000 uomini sotto il fratello Alessandro Sforza; e il secondo, oltre al minacciare continuamente la Savoia, prometteva di inviar loro il re Renato per la prossima primavera.

E così, mentre da una parte Renato trovava nello Sforza un valido sostenitore della sua causa, dall' altra vedeva che i Genovesi si guastavano di nuovo col re di Francia e si stringevano coll' aragonese, mettendo perciò in non cale anche quella certa verecondia, che li aveva dal 1448 in poi, tenuti in benevola neutralità davanti al loro antico alleato. Venivano dunque a trovarsi di fronte Milano, Firenze, Mantova e Renato, contro Genova, Venezia, Savoia e il re Alfonso. Roma rimaneva neutrale.

Re Carlo spediva dunque in Italia il cognato Renato, a cui facevano seguito altri rinforzi condottigli dal Delfino. Il re di Francia caldeggiava in cuor suo il disegno di insediare il primo nel suo regno ed il secondo in Genova. Davanti a tanto apparato di armi e di armati, il Papa non trascurò anche questa volta di adoperarsi a comporre le liti e le discordie; scrisse lettere, mandò oratori ai contendenti, sopratutto ai Veneziani ed allo Sforza, invitandoli alla pace, e a costui promettendo Crema e Geradadda. Ma l'Ac

(1) Per sostenere le ingenti spese di questa guerra, il duca imponeva a titolo di nuovo sussidio un' addizione del terzo sopra i dazi della macina, della scannatura, del pane bianco, della mercanzia e degli imbottati per gli ultimi mesi dell'anno. Vedi Arch. Mil., Reg. Miss. N. 12, fol. 455 anno 1452 53.

ciaioli consigliava il duca di Milano ad andar cauto nell'accogliere queste proposte di pace, perchè, sebbene « la pace sarebbe bona «a fastidi che si ha nela guerra et ai pericoli che si portano, << tuttavia c'è da far un grande caso de separar li Venetiani dal « Re d'Aragona et per questo, aggiungeva egli, sto più sospeso << in judicare quello che fia più utile; poichè a me pare che fa<< cendola la pace in questo modo, se dia noia al fatto del Mar«< chese di Mantua el quale porta al Stato vro et nro quanto in<< tende la S. vra. Parme anchora che questo modo sia far li ve<<netiani esser più reputati che non sono poichè il Re d' Aragona << in tutto se stringerà con loro, considerato che gle vechio e << malsano et ha offenso la S. V. e noy e vede che vivente lui, <<noy habiamo fatto passar li franzosi di quà et pensa quello che <<noy faremo sel fusse morto inverso del fiolo et farà pensiero <«< cum l'amicitia de Venetiani conservar el fiolo in quello reame. << Et venetiani lo faranno voluntieri perche si farà per loro poichè <<< loro disponerano di quello reame quello che vorano. Quello << chio farey è questo che io mostrarey a questi ambasadori i pe<< ricoli dela pace, facendose a Roma e che volessero examinar bene quello si facesse poichè voi non credete che mai più li • Venetiani siano a questi termini che sono al presente» ('). E la pace non fu fatta. Re Renato lasciava dunque il castello d' Angers il 4 maggio 1453, dopo aver rimesso il governo del ducato a un consiglio, sotto la presidenza di Bertrand di Beauvan. Conducendosi << ad servitia communitatis Florentiae et ad auxilia «< illustris ducis Mediolani », con duemila quattrocento militi almeno, doveva egli ricevere per provvisione diecimila fiorini d'oro al mese (). Machiavelli dice che: « all' arrivar suo in Alessandria, la lega gli doveva dare 30 000 fiorini e di poi, durante la guerra, 10 000 per ciascun mese » (3).

[merged small][merged small][merged small][merged small][ocr errors]

Ma contrariamente alle convenzioni, per le quali avrebbe dovuto. essere di qua dalle Alpi, pel quindici di giugno 1453, Renato si trovava tuttora (') ad Aix il 29 di questo mese, dove, conformandosi all' usanza di que' tempi, dettava il suo testamento. Il duca di Milano scrivevagli il 2 giugno, sollecitandolo a voler venire il più presto possibile (2). Sui primi di luglio s' avviò egli per entrare in Italia, e giunto a Sisteron, addì 4, mandò a dire al duca che si disponeva a raggiungerlo (3).

Abramo degli Ardizi, che dallo Sforza era stato incaricato di accompagnare il re, scriveva due giorni prima a Giorgio di Annone, luogotenente ducale in Alessandria, per riferirgli che, giunto il medesimo dì, 2 luglio, a Sisteron, ne sarebbero partiti senza indugio «< certifficandove che la M.tà soa vene de migliore voglia << et cum dispoxitione ali favori del nro Ill.mo Signore chio non << poria dire. Siche confortati tuti ad star di bona voglia advisan<< dovi chel mena secho cavalli II milia de tropo bella gente et << super tuto benissimo a cavallo, li qualli son tutti aviati inante << nuy; de questo ne avisate Bartholomeo Colglione » (*).

In seguito, 20 luglio, il re prese per Gap, coll' intento di valicare le gole delle Alpi; ma il duca di Savoia, Lodovico I, amico dei Veneziani, che gli avevan mandato Pietro Moresino ad esortarlo a chiudere i passi al re, e la repubblica di Genova gli si opposero recisamente e lo costrinsero a retrocedere in Provenza: donde egli salpava a Marsiglia il 1° agosto con alquanti de' suoi

(1) « El Signor Re Renato del mexe de magio stete parechi giorni a Valenza, cita de la de Lione doe fin in tre giornate. Questa cita ove era il Signore delphino. Et circa el vigesimoquarto giorno del ditto mese montoe in nave nel fiume di Rodano per venirsene in Marsilia cum forse CCC persone, mandando laltra compagnia per terra: et publicamente disse chel deliberava ritrovarse a Firenze la festa de Sancto Giohanni. Ex Mediolano,

die XXVII Junij 1453. Antonius Canobius. »

Questa notizia la manda il Canobio al duca di Milano, per averla avuta da un Gabriele del Po, che viene da Francia.

[merged small][ocr errors][merged small]

uomini su due galere, le quali Pietro Fregoso gli aveva, conforstipulati col duca Francesco, Antibo, e, addì 3, a Venti

memente ai capitoli testè da esso spedite ('), e giungeva, addì 2, ad miglia (*). I Genovesi gli concedevano libero il passaggio pel loro territorio. Il nerbo delle forze, radunate nel Delfinato, gli veniva intanto condotto attraverso la Savoia, dal Delfino, che indignato pel divieto opposto alla calata di Renato, si era esibito pronto ad accompagnarlo lui stesso fino ad Asti, disposto a rompere eziandio guerra al duca, se persisteva nel diniego (3). Il Delfino superava le Alpi intorno alla metà di agosto, e giunto in Piemonte si disponeva, sotto pretesto di esservi invitato dai fuorusciti () a far novità sulla città di Genova (5)·

Re Renato alla sua volta, continuando il suo cammino, era il 6 a Porto Maurizio. Questo ritardo nel procedere derivava forse dalla necessità, in cui si trovava di destreggiare per ischivare le galee, che il re Alfonso aveva mandate ad intercettargli il tragitto (5). Aveva questo re, al primo sentore della venuta di Renato, spedito al Papa quattordici baroni per richiederlo, se egli contava favorire il principe straniero; nel qual caso sapesse di aver lui per inimico (). Era dunque naturale che egli tentasse ora ogni via per creare difficoltà al nostro re sul suo passaggio in Italia. Renato giungeva, addì 9, a Pieve del Tecco, donde scriveva alllo Sforza per annunciargli che era sano e gagliardo e che si faceva più vicino a lui e per pregarlo a mandargli Bartolomeo Colleone ed Andrea Birago, con tutte od almeno una parte delle sue genti, colle quali potesse minacciare il duca di

() Historia Montisferrati. di Benvenuto da S. Giorgio. Rer. ital. script.. XX, 73.

(3) II LEROY LA MARCHE, Sullodato, sbaglia dicendo che il re giunse a Ventimiglia il 1° agosto. Vedi vol. I, pag. 277.

(3) Vedi Documento 7.

(4) Vedi BUSER, sullodato, pag. 383.

(5) Vedi Documento 8.

(6) Vedi Documento 9.

() Vedi Documento 10.

Savoia ed indurlo a permettere il passaggio alle sue genti (). Rispondevagli il duca Francesco che era ben lieto di sentire i suoi progressi; che lo aspettava con grandissimo desiderio, «che «< gli pareva ogni di uno mese finche posiamo essere vicini et par<< lare insieme »; che aveva dato ordini precisi al Colleone ed al Birago perchè si ponessero a sua disposizione (). Il Colleoni veniva infatti a Bosco, dove alle sue genti aggregava quelle che altri capitani, cioè, Colla da Medecina, Sagramoro, Moretto, Evangelista Savello, Giovanni da Scipione, ed altri, avevano condotte seco ma, avendo veduto che non poteva «havere favore alcuno « da Franciosi, che la M.tà del Re non è venuta in campo nè ha << mandato una minima parte de soi. ...», avuti a sè tutti i condottieri, risolveva, dietro il loro consentimento, di levarsi di là e di recarsi a Solero, per stare contro il marchese di Monferrato (^). Del resto era oramai inutile lo stare contro il duca di Savoia, avendo questi alla fine permesso il desiderato passaggio alle genti francesi.

Da Pieve procedendo, il re toccava, addì 13, Bagnasco ('), addì 16, Ceva (), addì 16, Cherasco (*) ed il 19 era a Villanova (7). Quivi Giorgio d' Annono lo veniva a complimentare insieme con parecchi cospicui cittadini di Alessandria, da lui, senza nemmeno interrogare gli anziani della città, ai quali spettava una tale elezione (), scelti, e gli proferiva, a nome del duca, la per

(1) Vedi Documento 11.

(2) Ibidem.

(3) Lettera di Gentile Della Molara al suo duca, 4 settembre 1453. (4) Addi 13 agosto, Abramo degli Ardizi che accompagnava il re scrive da Bagnasco al duca: « Parendo ala S. V. presentarli (al re) qualcosa, ha<< veria piu grato cavalli et uno padiglione per la soa persona. »

(5) « La M.tà del re a di XIII zonse qui, è sopraseduta qui per sentire quando se fara più inanze non ho Abraam de Ardiciis ».

<< novelle del passare dele gente sue,

<<< certo. Ex Ceva, XV aug. 1453.

(6) Vedi Documento 8.

(7) Lettera di Angelo Azzaioli e di Abramo degli Ardizi.

19 agosto 1453.

(*) Lettera degli Anziani del popolo d'Alessandria. 22 agosto 1433.

[blocks in formation]
« PrethodnaNastavi »