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l'altare della sagrestia: di tale operazione venne stesa una particolareggiata descrizione, corredata da fotografia del dipinto prima del restauro.

Chiesa di S. Maurizio al Monastero Maggiore. Venne sgombrato il sotterraneo della chiesa dal deposito di legna e carbone, il che presentava grave pericolo per la integrità del monumento il sotterraneo stesso venne precariamente destinato ad uso di deposito di vino, in attesa che si possano promuovere opere di restauro alla chiesa, specialmente dal punto di vista della conservazione dei preziosi affreschi dell' interno.

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Chiesa di S. Maria presso S. Celso. Innalzati i ponti di servizio sino alla cornice del 2° ordine, l'Ufficio Reg. si accinse al rilievo particolareggiato della fronte, costrutta interamente in marmo bianco. Nel rilievo, in scala di un ventesimo del vero, si indicarono tutte le parti del rivestimento marmoreo deteriorate e che si debbono rinnovare. I lavori di restauro, per la parte da capomastro furono affidate al signor Galli, e per la parte di marmista alla Ditta Ing. G. Fossati e C. di Milano. I lavori, iniziati nello scorso inverno, procedono regolarmente venne già fatto il cambio di membrature, cornici, lesene, basi, nicchie, nella parte mediana della fronte coll' impiego di oltre m. c. 30 di marmo bianco d' Ornavasso. Il deterioramento delle parti antiche non era ancora, fortunatamente, arrivato al punto da cancellare gli elementi della composizione originaria, e solo per qualche particolare ornamentale di secondaria importanza fu necessario completare la ricca ed elegante creazione di Galeazzo Alessi.

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Avanzi romani, medioevali e del rinascimento. I lavori di sterro richiesti per le fabbriche dei nuovi quartieri, per le diramazioni dei servizi di fognatura e di acqua potabile, hanno messo in luce avanzi di antiche costruzioni e di oggetti d'arte, di cui l'Ufficio Reg. non mancò di occuparsi.

Compiendosi i movimenti di terra per trasformare in parco l'antica piazza d'armi, venne in luce una grande lapide sepol

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crale romana, riferentesi alla famiglia Vettius. A cura dell' Ufficio Reg. la lapide venne ritirata nel Museo Archeologico (V. descrizione in Bollettino della Consulta Archeologica chivio Stor. Lomb. » 1894, pag. 203-204): nella stessa località, che doveva essere un cimitero romano disposto lungo l'antica strada varesina, si rinvennero altre tombe a cassetta, formate con grandi laterizi, nelle quali si rinvennero alcune ampolline, dei frammenti di ferro, una lampadina di cotto, ed una moneta (V. Boll. delle Cons. Archeol., 1. c. pag. 205): nei lavori verso il Foro Bonaparte si rinvenne una grande pigna in marmo bianco, ed una lapide coll' iscrizione + ludovicus beatrix. duces · mli · 1498 · 31 · maii e due ampolline contenenti dell'olio tutti questi oggetti vennero dall' Ufficio Reg. consegnati alla Consulta Archeologica, in base alla condizione contenuta nel compromesso fra Governo e Municipio, relativo alla cessione delle aree del Foro Bonaparte e della Piazza d'Armi.

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I lavori della fognatura hanno messo in evidenza, in vari punti della città, degli avanzi di strutture antiche, di cui l'Ufficio Reg. potè prender visione grazie alla notifica fatta dagli ingegneri municipali addetti ai lavori dei vari oggetti rinvenuti si trova cenno nella già citata Relazione del sig. Carotti, Segretario della Consulta (1. c. pag. 207-210).

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I lavori inerenti alla copertura del naviglio di S. Gerolamo hanno condotto al ritrovamento di due cippi sepolcrali, con iscrizione di non comune importanza, i quali erano stati impiegati per formare la spalla del ponte di Porta Vercellina: l'Ufficio Reg. comunicò al R. Ministero i calchi cartacei delle due interessanti iscrizioni, che diedero argomento al sig. Filippo Ponti, R. Ispettore di Varese, per una pubblicazione (Vedi anche Notizie degli Scavi, maggio 1894, pag. 158-59).

Dovendosi per ragioni di sicurezza demolire una antica casa posta fuori di Porta Ticinese, in Via Meda N. 3, l'Ufficio Regionale si interessò a ricavarne le fotografie, a staccare un affresco del secolo XVI che si trovava sulla fronte, ed a ritirare nel Museo Archeologico i capitelli del porticato, di pregevole lavoro, specialmente interessanti per le targhe con imprese araldiche del periodo sforzesco.

Castello.

La cessione del Castello per parte dell'Autorità militare all'Amministrazione municipale avvenuta il 25 ottobre 1893 - e la deliberazione di svolgere un gruppo di Esposizioni, sia nell'interno che nelle adiacenze del castello, fornirono argomento all' Ufficio Reg. per studiare e proporre molti lavori di particolare importanza, in aggiunta a quelli già accennati nella prima relazione dell'Ufficio, riguardanti il restauro del torrione rotondo Est, per adattarvi il serbatoio dell'acqua potabile, e le demolizioni delle cortina Ghirlanda.

Prima ancora che il Castello fosse interamente abbandonato dall'Autorità militare, l'Ufficio ottenne di poter compiere una serie di scandagli e di ricerche nell'interno del vasto fabbricato, specialmente dal punto di vista di constatare l'entità degli avanzi delle decorazioni pittoriche che adornavano gli appartamenti ducali, e di cui i documenti fanno frequente menzione. L'Ufficio fu indotto a sollecitare tale lavoro di constatazione, sia per avere norma nel concedere la occupazione delle sale per la Esposizione, sia per approfittare dell'opera del sig. Dott. Paul Müller-Walde, che da tre anni si trovava in Milano a compiere gli studi su Leonardo da Vinci, ed attendeva di poter rintracciare i dipinti eseguiti da Leonardo nel Castello, nell'ultime decennio del 1400, per ordine di Lodovico il Moro. Del risultato delle ricerche sinora compiute si trova particolareggiata menzione nel Cap. X della Parte II dell'opera: Il Castello di Milano durante il dominio dei Visconti e degli Sforza (1). Qui si darà solo una sommaria indicazione di quei risultati.

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Appartamento ducale. Piano terreno. Sala degli Scarlioni. Si constatò la decorazione originaria a fascie alternate bianco e rosso, disposte a zig-zag, ed estesa anche nello squarcio delle finestre. In questa sala si rintracciò pure il pavimento primitivo, e nello spessore del muro, verso il fossato, si trovarono due destri. Sala delle Colombine. Della decorazione di questa sala già

(1) Ulrico Hoepli editore, Milano, 1894. Da questo volume sono ricavate, per la maggior parte, le incisioni riportate in questa Relazione, riguardanti i lavori del Castello.

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Traccie delle decorazioni originarie, rinvenute nell' autunno 1893.

si conosceva il motivo della colomba nel fiammante, col motto a bon droit, tutto su fondo rosso: si riscontrò che tale decorazione si estende anche sulla volta.

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Sala Celeste. La volta è tutta a fondo azzu rro brillante : nelle lunette si rinvennero le traccie di grandi stemmi, o ducali sforzeschi.

Cappella ducale. La decorazione delle pareti già era nota per assaggi fatti or sono più di cinquant' anni: si sapeva che era costituita da grandi figure di Santi, disposte ad intervallo regolare, e spiccanti su di

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un fondo a rilievo geometrico, di cui malgrado le ripetute imbiancature si distingueva ancora il motivo si potè ora riscontrare che questo rilievo, anzichè essere a stucco, come si usava nel secolo XIV,

(vedi Cappella della

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Regina Teodolinda in Monza) è fatto con piastrelle quadrate di terra cotta, di cent. 10 / di lato.

Nelle lunette si ritrovarono le traccie degli stemmi ducali, colle iniziali di Galeazzo

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Le indagini diedero maggior risultato nella volta: in questa si poteva solo riscontrare le traccie dei rilievi in stucco di una mandorla fiammeggiante, che doveva racchiudere Cristo risorgente: i documenti accennavano che, col Cristo risorgente, era dipinto il sepolcro e le guardie che lo custodivano (il monimento con li Judey). Infatti si poté trovare le traccie di grandi figure di guerrieri colle armature a rilievi di stucco:

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