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Milano, 1894 Tip. Bortolotti dei Fratelli Rivara.

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UANDO, nel 1889, in uno dei fascicoli di questo Periodico, pubblicai il regesto di sessantanove istrumenti viscontei rogati dal notaio pavese Catelano Cristiani, non omisi di osservare che quegli atti erano « una parte, e non la maggiore certamente » de' protocolli del Cristiani, che fu per una lunga serie di anni segretario e notaio di Giangaleazzo e di Filippo Maria Visconti ('). La buona accoglienza che quella pubblicazione trovò tra coloro (non molti, a dir vero) che si occupano della storia viscontea, m' incoraggia a far conoscere, ora, pure in regesto, un altro grandissimo numero di atti rogati dallo stesso Cristiani, di cui venni a conoscenza via via che negli Archivi e nelle Biblioteche di Milano si estesero le mie indagini su quel periodo di storia italiana. Soddisfo così quella specie d'impegno

(1) La cartella di C. Cristiani nell' Archivio notarile di Pavia in Archivio Storico Lombardo, 1889, fasc. III, pp. 679-689.

morale, che mi pareva d'aver contratto con la prima pubblicazione dell' 89, della quale il presente lavoro più che il complemento vuol essere una larga continuazione, non avendo al tutto perduto la speranza che di altri atti notarili del Cristiani relativi al governo del primo de' due principi sopra ricordati si possa trovar traccia negli archivi pubblici e privati, dove, chi sa? dormono i loro sonni da secoli. V. Santoro 19.

Il presente regesto riassume in un modo quasi completo l'attività del Cristiani, come notaio di corte, dall'anno 1391 al 1399; e, trattandosi di atti d' indole svariatissima e in grandissima maggioranza inediti o ignorati, ho pensato che il farli conoscere possa tornare di non poca utilità non a quelli soltanto che studiano il periodo de' Visconti, ma a quanti in genere coltivano l'erudizione storica. Esso fu tratto esclusivamente da due codici, di cui l'uno si trova nella Biblioteca Ambrosiana, l'altro nel R. Archivio di Stato di Milano. Al lettore non dorrà di avere di tutti e due una sommaria informazione.

II.

Il codice dell' Ambrosiana, da cui deriva in parte il presente regesto, è quello membranaceo segnato E. S. VI. 13, e misura centim. 29,50 X 21. È legato in pelle all'antica e conta in tutto 179 fogli, di cui i primi due e l'ultimo non numerati e in bianco. Sul recto del primo foglio non numerato si legge in caratteri non anteriori al secolo XVI: Galeatio Vicecomiti muneri datum; e su quello dell' ultimo foglio non numerato trovasi un abbozzo incompleto d'indice di nomi di luoghi e persone scritto da mani diverse dalla seconda metà del quattrocento in poi. Sul dorso, e di mano moderna, è scritto: Elenco di carte ducali contenute in vari Registri del sec. XIV e XV. Infatti non è che l'inventario di un grandissimo numero di scritture, in massima parte del sec. XIV, composto nell'anno 1456 dal notaio pavese Bertramo Turconi sotto la direzione di quel Facino da Fabriano, che

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