L'Enfer du Dante, Opseg 2M. Lévy Frères, 1854 |
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alcun Allor altra altri altro anche ancor ARGUMENT DU CHANT assai avea Barbariccia bocca bolge bolgia braccia CANTO capo Capocchio carco ch'i ch'io Chè chinato ciascun ciò colui così cotal damné Dante démons Dicendo dietro dinanzi dis-je disse dissi Duca egli eran esser faccia fatta fatto fece fiamma flamme Florence fondo fossi fosso fourbe front fummo Gallura gente già Giudecca giuso gli altri gouffre gran innanzi insieme j'ai l'altro l'ombre Laggiù lasciai lingua luogo maestro maître Malebolge Manto mento mezzo Michel Sanche mondo monstre mort NOTES DU CHANT occhi ogni ombre padre parlare peccator pécheur Perch piè pieds piglio Pistoie più pleurs poco poète pont Poscia puits quei quivi ripa rispose scoglio serpent sovra spesse tanto tempo terre tête tosto traître triste tutta tutto uscio vaglia Vanni Fucci veder verso vidi Virgile viso vois volge volse volto vuoi
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Stranica 266 - Che per l' effetto de' suo' ma' pensieri , Fidandomi di lui , io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri. Però quel che non puoi avere inteso , Cioè come la morte mia fu cruda , Udirai , e saprai se m
Stranica 166 - Ch' al fine della terra il suono uscie. Quando mi vidi giunto in quella parte Di mia etade, ove ciascun dovrebbe Calar le vele e raccoglier le sarte, Ciò che pria mi piaceva, allor m' increbbe, E pentuto e confesso mi rendei ; Ahi miser lasso ! e giovato sarebbe.
Stranica 266 - M' avea mostrato per lo suo forame Più lune già, quand' io feci il mal sonno, Che del futuro mi squarciò il velame. Questi pareva a me maestro e donno, Cacciando il lupo ei lupicini al monte, Per che i Pisan veder Lucca non ponno. Con cagne magre, studiose e conte, Gualandi con Sismondi, e con Lanfranchi S' avea messi dinanzi dalla fronte.
Stranica 164 - S'io credessi che mia risposta fosse A persona che mai tornasse al mondo, Questa fiamma stana senza più scosse; Ma perciocché giammai di questo fondo Non tornò vivo alcun, s'i'odo il vero, Senza tema d'infamia ti rispondo.
Stranica 294 - Da questa parte cadde giù dal cielo: E la terra che pria di qua si sporse, Per paura di lui fe...
Stranica 17 - O Simon mago, o miseri seguaci, Che le cose di Dio, che di bontate Deono essere spose, e voi, rapaci, Per oro e per argento adulterate; Or convien che per voi suoni la tromba, Però che nella terza bolgia state.
Stranica 68 - Io vidi già cavalier muover campo, • e cominciare stormo e far lor mostra, e tal volta partir per loro scampo ; corridor vidi per la terra vostra, o Aretini, e vidi gir gualdane, fedir torneamenti e correr giostra...
Stranica 154 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvenu alta tanto, Quanto veduta non n' aveva alcuna. Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto ; Chè dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l' acque, Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù, com' altrui piacque, Infin che il mar fu sopra noi richiuso.
Stranica 186 - E il capo tronco tenea per le chiome Pesol con mano, a guisa di lanterna ; E quei mirava noi, e dicea : O me ! Di se faceva a se stesso lucerna ; Ed eran due in uno, ed uno in due : Com' esser può, quei sa che sì governa.
Stranica 152 - De' remi facemmo ale al folle volo, Sempre acquistando del lato mancino: Tutte le stelle già dell' altro polo Vedea la notte, e il nostro tanto basso, Che non surgeva fuor del marin suolo. Cinque volte racceso, e tante casso Lo lume era di sotto dalla luna, Poi eh' entrati eravam nell' alto passo, Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto, Quanto veduta non n