Del senso allegorico, pratico, e dei vaticini della Divina commedia: lezioni due recitate alla Società academica di Basilea

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Schweighauser, 1857 - Broj stranica: 167
 

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Stranica 19 - Quegli ch' usurpa in terra il luogo mio, II luogo mio, il luogo mio che vaca Nella presenza del Figliuol di Dio, Fatto ha del cimiterio mio cloaca Del sangue e della puzza, onde 'l perverso Che cadde di quassù laggiù si placa'. Di quel color che per lo sole avverso Nube dipinge da sera e da mane, Vid...
Stranica 10 - E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sae veracemente. Sì che, se piacere sarà di colui a cui tutte le cose vivono, che la mia vita duri per alquanti anni, io spero di dicer di lei quello che mai non fue detto d'alcuna.
Stranica 102 - Donna mia vid'io sì lieta, Come nel lume di quel ciel si mise, Che più lucente se ne fe' il pianeta. E, se la stella si cambiò e rise, Qual mi fec' io, che pur di mia natura Trasmutabile son per tutte guise!
Stranica 24 - Mai non t' appresentò natura o arte Piacer, quanto le belle membra in ch' io Rinchiusa fui, e sono in terra sparte : E se il sommo piacer sì ti fallio Per la mia morte, qual cosa mortale Dovea poi trarre te nel suo disio ? Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso Diretro a me che non era più tale.
Stranica 86 - Surge a' mortali per diverse foci La lucerna del mondo ; ma da quella, Che quattro cerchi giunge con tre croci, Con miglior corso e con migliore stella Esce congiunta, e la mondana cera Più a suo modo tempera e suggella.
Stranica 41 - Ch'assolver non si può chi non si pente, * Né pentere e volere insieme puossi, Per la contraddizion che noi consente.
Stranica 59 - Perché men paja il mal futuro e '1 fatto, Veggio in Alagna entrar lo fiordaliso , E nel Vicario suo Cristo esser catto. Veggiolo un' altra volta esser deriso : Veggio rinnovellar l'aceto e '1 fele , E tra vivi ladroni essere anciso.
Stranica 53 - Ahi, Costantin, di quanto mal fu matre, Non la tua conversion, ma quella dote Che da te prese il primo ricco patre!
Stranica 38 - E quel che più ti graverà le spalle, sarà la compagnia malvagia e scempia con la qual tu cadrai in questa valle...
Stranica 24 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.

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