Ugo Foscolo come uomo e come poeta liricoTip. Galileiana, 1912 - Broj stranica: 266 |
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Popularni odlomci
Stranica 140 - 1 tormento ch'i' porto per lei. Et a pena vorrei Cangiar questo mio viver dolce amaro, Ch'i' dico: 'Forse ancor ti serva Amore Ad un tempo migliore; Forse a te stesso vile, altrui se
Stranica 189 - Ghibellin fuggiasco, e tu i cari parenti e l'idioma desti a quel dolce di Calliope labbro che Amore in Grecia nudo e nudo in Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste...
Stranica 253 - Date candidi giorni a lei che sola, da che più lieti mi fioriano gli anni, m'arse divina d'immortale amore. Sola vive al cor mio cura soave, sola e secreta spargerà le chiome sovra il s'epolcro mio, quando lontano non prescrivano i fati anche il sepolcro.
Stranica 133 - ... io, finché sarò memore di me stesso, non oblierò mai che nacqui da madre greca, che fui allattato da greca nutrice e che vidi il primo raggio di sole nella chiara e selvosa Zacinto, risuonante ancora de' versi con che Omero e Teocrito la celebravano.
Stranica 253 - Brianza un giorno guidar la vidi; oggi le vesti allegre obliò lenta e il suo vedovo coro. E se alla luna e all'etere stellato più azzurro il scintillante Eupili ondeggia, il guarda avvolta in lungo velo, e plora col rosignol, finché l'aurora il chiami a men soave tacito lamento. A lei da presso il pie volgete, o Grazie, e nel mirarvi, o dee, tornino i grandi occhi fatali al lor natio sorrìso.
Stranica 253 - Ma se danza, vedila! tutta l'armonia del suono scorre dal suo bel corpo, e dal sorriso della sua bocca; e un moto, un atto, un vezzo manda agli sguardi venustà improvvisa.
Stranica 243 - Galileo sedeva a spiar l'astro della loro regina; e il disviava col notturno rumor l'acqua remota, 15. che sotto a' pioppi delle rive d'Arno furtiva e argentea gli volava al guardo. Qui a lui l'alba, la luna e il sol mostrava, gareggiando di tinte, or le severe nubi su la cerulea alpe sedenti, 20.
Stranica 189 - Roma d'un velo candidissimo adornando, rendea nel grembo a Venere Celeste. Ma più beata che in un tempio accolte serbi l'Itale glorie, uniche forse da che le mal vietate Alpi e l'alterna onnipotenza delle umane sorti armi e sostanze t'invadeano ed are e patria e, tranne la memoria, tutto. Che ove speme di gloria agli animosi intelletti rifulga ed all'Italia, quindi trarrem gli auspici. E a questi marmi venne spesso Vittorio ad ispirarsi. Irato a...
Stranica 149 - ... e non grande; d'occhi mediocri ma vivi, di fronte ampia, di ciglia bionde e grosse e di mento ritondo.
Stranica 135 - Che ne' vezzosi appartamenti accolta, Tutti odorati de' novelli fiori Di primavera, del color vestita Della bruna viola, a me si offerse L'angelica tua forma, inchino il fianco Sovra nitide pelli, e circonfusa D'arcana voluttà; quando tu, dotta Allettatrice, fervidi, sonanti Baci scoccavi nelle curve labbra De...