L'Orlando Furioso, Opseg 1Guiseppe Molini, 1823 |
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Acciò Agramante Alcina alcun Almonio amor anco appresso aprica Aquilante Argeo Ariodante arme Astolfo avea avea nome avean Baiardo battaglia bella Bireno Bradamante buon caccia CANTO Carlo Catai cavalier cavallo cercando ch'a ch'al ch'avea ch'ella ch'era ch'in ch'io ch'un che'l ciel Circasso compagnia Corebo costei costui crudel d'ogni Damasco destrier dicea dietro donna donzella Doralice duca facea Falanto fece fere Ferraù fiero figlia figliuolo fratello fretta Frisa fuggir gente Ginevra giorno giostra gran grida Grifon guerrier indi innanzi l'arme l'elmo l'uno e l'altro lancia lascia levò lito loco LXXI LXXVI Marfisa Medoro monte morir morte mostra Norandino occhi Orlando paladin palafren petto piglia poco porta potea prese quivi resta Rinaldo ritrovar Rodomonte Ruggier saracin sasso Scozia scudo seco Selandia signor solea spada Spagna tenea terra tolto tosto trova vede veder veggio venia venne vide volse vuol Zerbin
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Stranica 318 - Di citatorie piene e di libelli, d'essamine e di carte di procure avea le mani e il seno, e gran fastelli di chiose, di consigli e di letture; per cui le facultà de' poverelli non sono mai ne le città sicure.
Stranica 26 - E questo hanno causato due fontane che di diverso effetto hanno liquore, ambe in Ardenna, e non sono lontane...
Stranica 333 - Quasi radendo l'aurea Chersonesso La bella armata il gran pelago frange: E costeggiando i ricchi liti spesso Vede come nel mar biancheggi il Gange; E Taprobane vede, e Cori appresso, E vede il mar che fra i duo liti s'ange.
Stranica 12 - Amone: con preghi invita, et al fin toglie in groppa, e per l'orme d'Angelica galoppa. 22 Oh gran bontà de' cavallieri antiqui! Eran rivali, eran di fé diversi, e si sentian degli aspri colpi iniqui per tutta la persona anco dolersi; e pur per selve oscure e calli obliqui insieme van senza sospetto aversi. Da quattro sproni il destrier punto arriva ove una strada in due si dipartiva.
Stranica 462 - Così dicendo ne la torta via de l'intricata selva si ricaccia; ed onde era venuto si ravvia, e torna di sua morte in su la traccia. Ode i cavalli ei gridi tuttavia, e la nimica voce che minaccia : all'ultimo ode il suo Medoro, e vede che tra molti a cavallo è solo a piede. Cento a cavallo, e gli son tutti intorno; Zerbin comanda e grida che sia preso.
Stranica 68 - Quantunque il simular sia le più volte ripreso, e dia di mala mente indici, si truova pur in molte cose e molte aver fatti evidenti benefici, e danni e biasmi e morti aver già tolte; che non conversiam sempre con gli amici in questa assai più oscura che serena vita mortai, tutta d'invidia piena.
Stranica 16 - Cosi voto nel mezzo, che concede Fresca stanza fra l'ombre più nascose; E la foglia coi rami in modo è mista, Che '1 sol non v'entra, non che minor vista.
Stranica 256 - Orlando, lui chiamò non manco; e nel palazzo il fé' ritornar anco. 20 Una voce medesma, una persona che parata era Angelica ad Orlando, parve a Ruggier la donna di Dordona, che lo tenea di se medesmo in bando. Se con Gradasso o con alcun ragiona di quei ch'andavan nel palazzo errando, a tutti par che quella cosa sia, che più ciascun per sé brama e desia.
Stranica 463 - Zerbin, ch'era il capitano loro, non potè a questo aver più pazienza. Con ira e con furor venne a Medoro, dicendo: — Ne farai tu penitenza. — Stese la mano in quella chioma d'oro, e strascinollo a sé con violenza: ma come gli occhi a quel bel volto mise gli ne venne pietade, e non l'uccise. Il giovinetto si rivolse a...
Stranica 247 - Zeusi l' imagine far volse. Che por dovea nel Tempio di Giunone, E tante belle nude insieme accolse; E che per una farne in perfezione, Da chi una parte e da chi un'altra tolse; Non avea da tórre altra che costei; Che tutte le bellezze erano in lei.