La Divina commedia

Naslovnica
G. Barbèra, 1860 - Broj stranica: 162
 

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Stranica xli - Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura, Che la diritta via era smarrita. Ahi quanto, a dir qual era, è cosa dura, Questa selva selvaggia ed aspra e forte, 5 1. Suppone il Poeta di aver avuta questa visione,
Stranica 30 - baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante. Mentre che l'uno spirto questo disse, L'altro piangeva sì, che di pietade Io venni men, così com' io morisse; E caddi, come corpo morto cade.
Stranica 11 - Ed io : Maestro, che è tanto greve A lor, che lamentar gli fa sì forte? Rispose : Dicerolti molto breve. 4;. Questi non hanno speranza di morte ; E la lor cieca vita è tanto bassa, Che invidiosi son d' ogni altra sorte. Fama di loro il mondo esser non lassa : Misericordia e Giustizia gli sdegna;
Stranica 135 - Chi fa suo legno nuovo, e chi risloppa Le coste a quel, che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa; Altri fa remi, ed altri volge sarte ; Chi terzeruolo ed arlimon rintoppa ; 15 Tal, non per fuoco, ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che inviscava la ripa
Stranica 24 - 1 duca mio a lui : Perchè pur gride? Non impedir lo suo fatale andare : Vuoisi cosi colà dove si puote Ciò che si vuole, e più non dimandare. Ora incomincian le dolenti note A farmisi sentire: or son venuto Là dove molto pianto mi
Stranica 69 - groppo svolvi. Filosofia, mi disse, a chi la intende, Nota non pure in una sola parte, Come natura lo suo corso prende Dal divino intelletto e da sua arte : 100 E, se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai, non dopo molte carte, Che l' arte vostra quella. quanto puote, Segue,
Stranica 180 - Noi ci allegrammo; e tosto tornò in pianto: Chè dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe girar con tutte l'acque; Alla quarta levar la poppa in suso, 140 E la prora ire in giù, com' altrui piacque, Infin che 'l mar fu sopra noi richiuso.
Stranica 157 - Ma poco dura alla sua penna tempra ; Lo villanelle, a cui la roba manca, Si leva, e guarda, e vede la campagna Biancheggiar tutta, ond'ei si batte l'anca: Ritorna a casa, e qua e là si lagna, 10 Come '1 tapin, che non sa che si faccia : Poi riede, e la speranza ringavagna
Stranica xlii - La notte; ch' io passai con tanta pièta. E come quei, che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all' acqua perigliosa, e guata ; 7. Alcuni intendono che i' epiteto amara si riferisca alla selva; altri alla dura impresa di favellarne; altri all'ultimo sostantivo
Stranica xlv - Tu se' solo colui, da cu' io tolsi Lo bello stile, che m'ha fatto onore. Vedi la bestia, per cu' io mi volsi : Aiutami da lei, famoso saggio. • Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. 90 A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lacrimar mi vide,

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