Luogo è nel mezzo là dove 'l Trentino Ivi convien che tutto quanto caschi Tosto che l'acqua a correr mette co3, 4 Non molto ha corso che trova una lama 1 Segnare, cioè benedire e dar la cresima. Intende d'un luogo ove tre Vescovi aveano giurisdizione. 2 Il Tasso dice, C. 1, st. 67: Inverso Gaza, bello e forte arnese Da fronteggiare i regni di Soria. 3 Co per capo, sincope Lombarda. 4 Lama, bassa pianura. Dante usa altrove questa voce per valle o per qualunque luogo concavo e basso. Venturi la deriva dal latino, e cita il verso d' Orazio, lib. I, epist. 13: Viribus uteris per clivos, flumina, lamas. Grama, trista, infelice; qui, povera d' acque, e funesta ai circonvicini per le nocive esalazioni. Li per fuggire ogni consorzio umano Gli uomini poi che 'ntorno erano sparti, E per colei che 'l luogo prima elesse, Mantova l' appellar senz' altra sorte. Già fur le genti sue dentro più spesse, Ed io maestro, i tuoi ragionamenti Ma dimmi della gente che procede, Se tu ne vedi alcun degno di nota: Che solo a ciò la mia mente risiede. Allor mi disse: quel che dalla gota Porge la barba in su le spalle brune, Fu, quando Grecia fu di maschi vota 1 Prima che la mattia, la pazzia dei Conti di Casalodi, ch'eran signori di Mantova, fosse vinta dall' inganno di Pinamonte, che li balzò di seggio, e si pose in lor luogo. Sì ch' appena rimaser per le cune, Vedi le triste che lasciaron l' ago, Ma vienne omai, che già tiene 'l confine D' amendue gli emisperi e tocca l' onda Sotto Sibilia Caino e le spine"; 1 Euripilo, indovino Greco, citato nel lib. I dell' Eneide, detta tragedia, cioè poema di stile grandioso. V. la n. 2, p. 364. 2 Michele Scotto, astrologo scaltrissimo di Federigo 11. 3 Guido Bonatti, carissimo al Conte Guido di Montefeltro, compose un libro di astrologiche imposture. Asdente, ciabattino di Parma, uomo senza lettere, che tirando a indovinare così a occhi e croce, ci coglieva, quanto ogni altro del mestiere. (VEN.) 4 Or parla in genere di tutte le malefiche incantatrici. 5 E già jernotte fu la luna tonda, aggiunge dopo. Così col plenilunio indica il giorno, e dicendo che la luna tramontava E già jernotte fu la luna tonda': Ben ti dee ricordar che non ti nocque Alcuna volta per la selva fonda. Sì mi parlava ed andavamo introcque 2. nell' indomani del plenilunio indica l'ora. Dice Caino e le spine con poetico scherzo seguendo la goffa opinione, da lui stesso derisa nel C. xi del Paradiso, che le macchie della luna rappresentino Caino in atto d' innalzare e di offerire al cielo una forcata di spine. 1 Introcque credesi formato dall' inter hoc, che nei tempi della bassa latinità si usava per frattanto. Dante stesso nel lib. 1. de Vulgari Eloquentia, cap. 13, lo chiama vocabolo fiorentino. (AN.) CANTO XXI. Quinta bolgia dell' ottavo cerchio: i Barattieri, immersi nella pece bollente. Bella similitudine dell' arsenale di Venezia. Paura di Dante, scortato da dieci demonj minacciosi ed armati. Loro nomi. Così di ponte in ponte, altro parlando 'Quale nell' arzanà de' Veneziani Bolle l' inverno la tenace pece, Che navicar non ponno; e 'n quella vece 1 Similitudine e descrizione da notarsi. Gli stessi termini tecnici servon mirabilmente ai più bei versi ed alla più perfetta armonia imitativa. |