LE LODI DI BEATRICE.
Alle compagne della gentilissima, e a tutte le donne gentili, narra il Poeta i pregi di lei.
Donne, ch'avete intelletto d' Amore, Io vo' con voi della mia donna dire; Non perch'io creda sua laude finire, Ma ragionar per isfogar la mente. Io dico, che pensando al suo valore, Amor si dolce mi si fa sentire; Che, s'io allora non perdessi ardire, Farei parlando innamorar la gente: Ed io non vo' parlar sì altamente, Ch'io divenissi per temenza vile; Ma tratterò del suo stato gentile, A rispetto di lei leggeramente, Donne e donzelle amorose, con vui; Che non è cosa da parlarne altrui.
Angelo chiama il divino intelletto, E dice: Sire, nel mondo si vede
Maraviglia nell'atto, che procede D'un' anima che 'n fin quassù risplende: Lo cielo, che non ha altro difetto Che d'aver lei, al suo Signor la chiede; E ciascun Santo ne grida merzede. 'Sola pietà nostra parte difende;
Che parla Iddio, che di Madonna intende: 2 Diletti miei, or sofferite in pace, Che vostra speme sia, quanto mi piace, Là ov'è alcun che perder lei s' attende; E che dirà nell' inferno a' mal nati3: I' vidi la speranza de' Beati.
4 Madonna è desiata in l'alto cielo: Or vo' di sua virtù farvi sapere. Dico: qual vuol gentil donna parere, Vada con lei; che quando va per via, Gitta ne' cor villani Amore un gielo, Perch' ogni lor pensiero agghiaccia e pere: E qual soffrisse di starla a vedere, Diverria nobil cosa, e si morria:
E quando truova alcun che degno sia Di veder lei, quei prova sua virtute;
1 Parla il Poeta.
2 Parla Iddio.
3 Si vede qui che Dante sin dall' età giovanile aveva concepito l'idea del suo gran poema.
4 Torna a parlare il Poeta.
Che gli avvien ciò, che gli dona salute; E sì l'umilia, ch'ogni offesa oblia. Ancor l'ha Dio per maggior grazia dato, Che non può mal finir, chi l'ha parlato.
Dice di lei Amor: cosa mortale Com' esser può si adorna, e sì pura? Poi la riguarda, e fra se stesso giura, Che Dio ne 'ntende di far cosa nova: Color di perla quasi in forma, quale Conviene a donna aver, non fuor misura. Ella è, quanto di ben può far natura; Per esempio di lei beltà si pruova: Degli occhi suoi, comecch' ella gli mova, Escono spirti d'Amore infiammati,
Che fieron gli occhi a qual, ch' allor gli guati, E passan sì, che 'l cor ciascun ritrova. Voi le vedete Amor pinto nel viso, Là u' non puote alcun mirarla fiso.
Canzone, io so, che tu girai parlando A donne assai, quando t'avrò avanzata: Or t'ammonisco, perch'io t'ho allevata Per figliuola d'Amor, giovane e piana; Che dove giugni, tu dichi pregando: Insegnatemi gir, ch'io son mandata A quella, di cui lode io sono ornata: E se non vuogli andar, siccome vana,
Non ristare ove sia gente villana : Ingegnati, se puoi, d'esser palese
Solo con donne, o con uomin cortese '; Che ti merranno per la via tostana : Tu troverai Amor con esso lei; Raccomandami a lui, come tu dei 2.
1 Cortese invece di cortesi.
2 Questa Canzone ha tre parti principali. La prima parte è proemio delle seguenti parole. La seconda è il trattato intero. La terza è quasi una serviziale delle precedenti parole. La seconda comincia: Angelo chiama. La terza: Canzone io so.
Amor, e 'l cor gentil sono una cosa; Siccome il saggio in suo dittato pone: E così esser l'un senza l'altro osa, Com' alma razional sanza ragione.
Fagli natura, quand' è amorosa, Amor per sire, e 'l cor per sua magione; Dentro alla qual dormendo si riposa, Talvolta poca, e tal lunga stagione.
Biltate appare in saggia donna pui, Che piace agli occhi, sicche dentro al core Nasce un desio della cosa piacente:
E tanto dura talora in costui, Che fa svegliar lo spirito d' Amore: E simil face in donna uomo valente'.
1 Questo Sonetto si divide in due parti. Nella prima dico di lui (di Amore), inquanto è in potenzia. Nella seconda dico di lui, inquanto di potenzia si riduce in atto. La seconda comincia: Biltate appare. (DANT. V. N.)
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