Il Petrarca e RomaG. C. Sansoni, 1904 - Broj stranica: 37 |
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IL Petrarca e Roma: Discorso di Arturo Linaker Agli Alunni del Liceo Galileo ... Arturo Linaker Pregled nije dostupan - 2017 |
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amici Anguillara pronunzi antichi avea Avignone avrà riveduto Babilonia Barili cagione al poeta canzone cerimonia Cicerone città corona poetica corona premia dell'incoronazione desiderio Dio li mantenga Dionisio da Borgo e a tanta maggiore fronde e i rami Giacomo Leopardi giorno giovane Giovanni Colonna giudice gloria averlo spinto gran incorona a Pisa ingegno invidia fugli feconda Italia l'amore L'anima è sede l'incoronazione l'Italia l'onore laurea LINAKER AGLI ALUNNI lode che appetisci Lombez mantenga in libertade meditare mente io chiedo messaggiero di verità mondo Monginevra morte Napoli onore Orso Pantheon Paparese patria pensiero Petrarca piena la lode piut poema poeta di bramosi Poeta è messaggiero poeta laureato POETA VIII APRILE popolo Romano plaude posteri quod Repubblica Romana Roberto Romana è tornata Scipione l'africano Senatore Seneca Sepolcro sicuro ed equo siderio spero Stefano Colonna Sulmona tribuno Valchiusa vanità vano osato vecchia chiesa Avignonese VIII APRILE MCMIV Virgilio Viva il Campidoglio Zanobi da Strada
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Stranica 14 - Tanto, che l' ombra del beato regno Segnata nel mio capo io manifesti. Venir vedrami al tuo diletto legno , E coronarmi allor di quelle foglie . Che la materia e tu mi farai degno. Sì rade volte , Padre , se ne coglie , Per trionfare o Cesare o Poeta, ( Colpa e vergogna dell...
Stranica 21 - Splendore d' insolita luce abbagliò la mia vista. Beata la penna che potè vergar tali cose. Io non so qual più mi debba ammirare o la stupenda concisione o la sublimità de' concetti, o la divina eleganza dello stile. Creduto mai non avrei, inclito re, che cosa si grande in tanto brevi, gravi ed ornate parole dir si potesse, e nulla da umano ingegno io mi poteva aspettare siffattamente perfetto. A far manifesto che tu volgi a tuo senno la chiave dell...
Stranica 14 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocchè nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Stranica 34 - n altrui pena Tempo si spende, in qualche atto più degno O di mano o d'ingegno. In qualche bella lode, In qualche onesto studio si converta: Cosi qua giù si gode, E la strada del ciel si trova aperta.
Stranica 16 - Quanto a me sappi che tra breve mi rivedrai costi. A te già è noto quello che io penso della laurea, e come, fatta ragion d' ogni cosa, io sia fermo in questo di non volerla da uom del mondo ricevere, da cotesto monarca in fuori. Se meriterò d'esser chiamato, bene: se no, farò le viste d'aver franteso, e le parole della lettera, che, senza avermi conosciuto, con cortesia e familiarità veramente singolare si è degnato dirigermi, quasi dubbiose interpretando, mostrerò di averle intese nel senso...
Stranica 27 - Per 1' altru' impoverir se' ricca e grande; Poi che di mal oprar tanto ti giova: Nido di tradimenti, in cui si cova Quanto mal per lo mondo oggi si spande; Di vin serva, di letti e di vivande, In cui lussuria fa 1' ultima prova. Per le camere tue fanciulle e vecchi Vanno trescando, e Belzebub in mezzo Co' mantici e col foco e con gli specchi.
Stranica 13 - Tanto che l' ombra del beato regno Segnata nel mio capo io manifesti, Venir vedràmi al tuo diletto legno, a5 E coronarmi allor di quelle foglie, Che la materia e tu mi farai degno. Sì rade volte, padre, se ne coglie, Per trionfare o Cesare o Poeta, (Colpa e vergogna dell...
Stranica 27 - 1 Po, dove doglioso e grave or seggio. Rettor del ciel, io cheggio Che la pietà che ti condusse in terra , Ti volga al tuo diletto almo paese: Vedi, Signor cortese, Di che lievi cagion...
Stranica 8 - Roma è l' effigie, e che del non aver ancora veduta accuserei la mia pigrizia, se meglio non fosse da accagionarne la prepotente necessità. Sembra fuor di sé per la gioia Seneca che dalla villa di Scipione Africano scrive a Lucilie, e pargli un gran che aver il luogo veduto ove l...