La divina commedia, Dij. 1-2

Naslovnica
Tip. del Petrarca, 1836
 

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Stranica 52 - Ahi serva Italia, di dolore ostello , Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non Donna di provincie, ma bordello. Quell' anima gentil fu cosi presta, Sol per lo dolce suon della sua Terra, 80 Di fare al cittadin suo quivi festa; Ed ora in le non stanno senza guerra Li vivi tuoi,
Stranica 51 - Ma vedi là un' anima che posta Sola soletta, verso noi riguarda: Quella ne 'nsegnerà la via più tosta. Venimmo a lei: o anima Lombarda, Come ti stavi altera e disdegnosa; E nel muover degli occhi onesta e tarda Ella non ci diceva alcuna cosa; Ma lasciavanc gir, solo guardando
Stranica 377 - Ahi Genovesi, uomini diversi D' ogni costume, e pien d' ogni magagna ! Perché non siete voi del mondo spersi ? Che col peggiore spirto di Romagna Trovai un tal di voi, che, per sua opra, 155 In anima in Cocito già si bagna, Ed in corpo par vivo ancor di sopra.
Stranica 45 - tremar le vene ei polsi. A te convien tener altro viaggio , Rispose , poi che lagrimar mi vide , Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Che questa bestia , per la qual tu gride , Non lascia altrui passar per la sua via , Ma tanto lo
Stranica 73 - Ciel , che sì gli avanza. Intanto voce fu per me udita : Onorate l'altissimo poeta : L' ombra sua torna , eh' era dipartita. Poiché la voce fu restata e queta , Vidi quattro grand' ombre a noi venire : Sembianza avevan né trista , né lieta. Lo buon Maestro cominciommi a dire : Mira colui con quella spada, in mano
Stranica 233 - con trombe, e quando con campane, Con tamburi - e con cenni di castella , E con cose nostrali , e con ¡strane : Ne già con si diversa cennamella , io Cavalier vidi muover , né pedoni ; Né nave a segno di terra , o di stella. Noi
Stranica 107 - lo vidi più di mille in su le porte Dal Ciel piovuti , che stizzosamente Dicean : chi è costui, che senza morte Va per lo regno della morta gente? E '1 savio mio Maestro fece segno Di voler lor parlar segretamente. Allor chiusero un poco il gran disdegno , E disser : vien tu solo , e quei sen vada , Che
Stranica 57 - fenno L' antiche leggi , e furon sì civili , Fecero al viver bene un picciol cenno , Verso di te , che fai tanto sottili Provvedimenti , eh' a mezzo Novembre Non giunge quel che tu d' Ottobre fili. Quante volte del tempo che rimembre , Leggi , monete
Stranica 111 - non sare' io stato si cortese 85 Mentre eh' io vissi, per lo gran disio Dell' eccellenza, ove mio core intese. Di tal superbia qui si paga il fio: Ed ancor non sarei qui, se non fosse Che, possendo peccar, mi volsi a Dio.
Stranica 85 - pense ? Quando risposi , cominciai : oh lasso ! Quanti dolci pensier , quanto disio Menò costoro al doloroso passo ! Poi mi rivolsi a loro , e parlai io , n5 E cominciai : Francesca , i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo , e pio. Ma dimmi : al tempo de

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