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Frammento di un codice della Divina Commedia (Purgatorio, parte del c. XI e del XII), scoperto nella Biblioteca della Società Economica di Chiavari.

II.

FRAMMENTI DI CODICI DELLA « DIVINA COMMEDIA » NELL'ARCHIVIO NOTARILE DI CHIAVARI.

I frammenti danteschi che formano il più bell'ornamento dell'Archivio Notarile di Chiavari, ricomposti e ordinati da me, sono tredici in tutto: undici li trovai io negli ultimi giorni del settembre del 1922, seguendo una traccia indicatami da Arturo Ferretto, due li trovò dopo qualche tempo il signor Raffaele Paolella, assistente in quell'Archivio, continuando le ricerche da me iniziate. 1)

Sono membrane, delle quali tre servivano da copertine a pandette di atti dei notai Angelo Maria De Ferrari, che rogava intorno alla fine del secolo XVI (fr. 12.o), e Vincenzo Basteri iuniore, d'un secolo più tardo (fr. 2.o e 6.0); le altre rivestivano i cartoni che proteggevano alcune filze del notaio Vincenzo Basteri seniore, contemporaneo del De Ferrari. Le prime (fr. 12.° 2.° e 6.°) sono abbastanza ben conservate, le ultime, sia per l'azione della luce e della polvere, sia per il logorio dovuto all'uso delle filze sono in molti luoghi della faccia esterna illeggibili, e neppure intere.

Simili tutte fra loro per le dimensioni e per la scrittura, che è indubbiamente di mano toscana del secolo XV, si devono tuttavia attribuire a due codici almeno, perchè, mentre la maggior parte di quelle trovate fra gli atti del notaio Basteri seniore recano rubriche italiane, due (fr. 7.° e 8.°) le hanno latine, e non è da credere che nello stesso codice, anzi nella stessa cantica, si avessero ora rubriche italiane ora latine. Certe differenze poi nello stile delle iniziali e certi particolari delle miniature potrebbero indurre a supporre che i codici fossero più di due, se non si sapesse che non di rado più artefici partecipavano all'illustrazione dello stesso manoscritto. Nè d'altra parte deve meravigliarci che frammenti tolti dalle filze di notai diversi e anche non contemporanei appartenessero allo stesso codice, perchè gli atti di quei notai vennero all'Archivio di Chiavari dallo stesso luogo, cioè da Varese Ligure, dove dunque dovevano trovarsi i due codici, quando se ne fece scempio, Forse già essi erano ridotti a quelle poche membrane, e perciò si ebbe meno rispetto per loro.

Si trattava di codici in-42), scritti a due colonne con 48 versi per colonna nelle pagine piene.) I canti cominciavano con lettere discretamente miniate e gli episodi principali erano illustrati da miniature di mediocre valore, ma numerose, tanto che in una sola membrana se ne incontrano persino tre. Appartenevano dunque al sesto gruppo della classificazione, in verità superficiale, dei codici danteschi miniati stabilita dal Kraus 1), cioè a quelli in cui il Poema è illustrato passo per passo.

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Il I frammento contiene Inf. XXXIII, 81 — XXXIV, 93. La membrana è lacera in più punti, specialmente in basso. Dopo il v. 99 del canto XXXIII, in una miniatura noi vediamo a sinistra Dante e Virgilio, a destra, rivolti verso i poeti, in una buca nera, due peccatori nudi con i capelli biondi: uno di essi sarà frate Alberigo. Dante indossa una veste lunga bigio-scura e porta in capo una berretta dello stesso colore; Virgilio, un vecchio dai capelli cadenti sulle spalle e dalla gran barba bianca, coperto di un mantello lilla sopra una lunga veste color marrone, lo precede in atteggiamento di persona che parli; i peccatori hanno gli occhi grossi: probabilmente il miniatore volle esprimere ciò che il poeta aveva detto nei vv. 97-99:

Ché le lagrime prime fanno groppo,

e sí come visiere di cristallo,

riempion sotto 'l ciglio tutto il coppo.

Il fondo di questa miniatura, come in generale quello delle altre, è turchino in alto, rosso-mattone in basso.

Altra miniatura troviamo dopo il v. 57 del canto XXXIV, più grande della precedente, anzi di tutte le altre. 5) Rappresenta Lucifero dal petto in su, ma poco meno della metà sinistra è cancellata, sicchè la faccia destra e quella di mezzo non si distinguono più: si vedono solo agitarsi le gambe di Cassio e il braccio destro di Lucifero, che doveva tener Giuda. Più conservata è la faccia sinistra maciullante Bruto. Dietro, le grandi ali oltrepassano in alto anche il quadro della figura.

II II frammento, ridotto alla seconda colonna del recto, e quindi alla prima del verso, contiene Purg. I, 37-132 e non ha miniature. Fu trovato dal Paolella.

II III frammento comprende Purg. IV, 87 — V, 108. Nel recto è in più luoghi illeggibile, specialmente in basso, per la patina che vi ha lasciato il tempo e per l'uso della filza. Ha ben tre miniature.

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Frammento di un codice della Divina Commedia (Inferno, seconda metà del c. XXXIII e principio del XXXIV), scoperto nell'Archivio Notarile di Chiavari. La miniatura rappresenta Virgilio e Dante in colloquio con frate Alberigo.

(Fotografia Civicchioni, di Chiavari).

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