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tra; 133 al tuo; XI, 26, nacque; 82, uerace; XIII, 75, la forma; XIV, 72, la cosa; XV, 48, sangue; 102, chaueder fosse più; XVI, 17, tanta; 44, chie fossero; 47, da portar; 69, come del uostro el cibo che soppone; 138, et puose fine; XVII, 119, fama tra; XVIII, 75, or altra schiera; 123, di sangue; XIX, 71 del nilo; 108, tal che mai non uide; XXII, 17, Ne tardi mai. ma al parer; 95 fe; XXIII, 103 spiro; 111, facea sonare; XXIV, 143, mo la mente; XXV, 3, et che; 14, schiera; 132, nel suono; XXVI, 27, che me simprenti; 121, a questi lumi; XXVII, 111, che pioue; 146, du son; XXVIII. 50, le cose; 71, secondo risponde; 90, ecerchi (sopra: gliocchi); 121, laltre dee; XXIX, 47, creati; 100, et altri (sopra: mentre); 125, et altri assai che son uie più che porci; XXX, 27, da se; 30, nol seguiria elmio cantar preciso; 31, ch el mio cantar; 52, che queta questo cielo; 111 nel uerde; 148, entrar più giuso; XXXI, 20, moltitudine; 50, di suo riso; 119, la parte; 120, souerchia; 142, si fer (di fianco: alias fe); XXXII, 89, Piouer (di fianco: alias seco) portata; XXXIII, 47 appropinquaua; 56, nostro; 89, quasi (di fianco: alias tutti) conflati; 111 qual sera; 126, te ame et (espunto) arridi; 143, al mio desire il.

COMMENTO.

Consta di rare chiose marginali in volgare. Talora, tra chiosa e chiosa, son segnati in rosso i nomi dei personaggi più notevoli del poema. L'Oderico crede che il chiosatore si sia servito di Benvenuto da Imola; e convalida la sua opinione notando che nel c. VIII del Purgatorio Nino di Gallura è detto della famiglia pisana degli Scotti, e nel c. XVIII della medesima cantica l'abate di San Zeno è chiamato Giuseppe. È però probabile che le fonti siano parecchie, nè tutte scritte. A proposito della lonza, nota il chiosatore: alchuni hanno opinione q" essere la poesia de gentili, altri e dilecti delle cose humane; e a proposito del leone: per lo leone intendono alcuni el potente et animoso ingegno di dante; e a proposito della lupa: questa lupa interpretano alcuni per la infedeltà che veramente toglie la sperantia del cielo.

CODICE III.

N.° di Casella 16 (D n.o XXXV, De Batines, n.o 113).

Rilegato in pelle di color rosso, con fregi dorati. Sulla costola: Dante Commedia MSS. Saeculi XV. Precedono il codice, per 10 pp. n. n,, le Annotazioni dell'abate Gaspare Oderici sopra il presente codice, le quali si diffondono specialmente sui capitoli di Jacopo di Dante e sulla epistola del Boccaccio, aggiunti al testo del poema.

Cartaceo: mm. 282 × 182; parte scritta mm. 196 80. In tutto cc. 144. Senza numerazione di cc., perchè tagliata fuori dal legatore. Degli ultimi anni del sec. XV o dei primi del seguente. Provenienza ignota. Nella prima pagina, in basso, un'arma gentilizia abrasa.

Inf., cc. 1 r. 80 r.; Purg., cc. 81 r. 160 v.; Par., cc. 161 r., 240 v. - Testo a una colonna; ogni colonna contenente dieci terzine. — Iniziali del primo canto d'ogni cantica malamente fregiate; quelle dei canti seguenti tracciate in azzurro, ma non fregiate. Postille marginali sincrone. Da c. 241 r. a c. 243 v,, in rosso: Brieue raccoglimento di tutta l'opera di da[n]te facta per messer iaco.Po suo figliuolo: com.: O voi che sete daluerace lume (2.a classe dei codd. con la Divisione di Jacopo). Da c. 244 r. a c. 244 v., in rosso: Pistola di messer giovanni boccacci a Messer francesco petrarca quando gli mando lopera di dante la quale no[n] auea ancorueduta. Scrittura fiorentina.

Rubriche.

Al primo canto delle varie cantiche:

Principio del libro della comedia del Christiano Poeta Dante alighieri cittadino fiorentino. Comincia la prima Canticha di questa comedia chiamata Inferno. Canto primo,

Comincia la seconda Canticha della Comedia di dante chiamata purgatorio. Canto primo di decta Canticha.

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Codice Durazzo N. 11. Prima pagina del Paradiso. La miniatura a destra rappresenta la porta del Paradiso, con san Pietro che accoglie i Beati.

(Fotografia del P. G. Salvi).

Comincia lo Terça cantica della comedia di dante alighieri cittadino fiorentino.

Ai vari canti l'indicazione del canto e della cantica: Canto secondo della prima cantica decta Inferno, ecc.

Esplicit delle tre cantiche:

Finita la prima cantica della Comedia di Dante decta Inferno. Deo gratias. Finis. - Finisce la seconda cantica decta purgatorio. Finis. - Finita la comedia dello excellente poeta dante alighieri cittadino fiorentino.

VARIANTI.

Inf., I, 3, hauea; 4, ha; 15, dolore; 28, Poi chio ebbi posato; II, 80, mentardi; III, 116, gittarsi; IV, 99, el mio maestro; 141, et alino; V, 63, I altra è; 84, uengon; VI, 18, et ingoia; 32, di quel; 97, riuedera; VII, 48, uso; VIII, 101, I andar più oltre; IX, 53, gridauan tutte; 64, sucide; X, 85, et io; 88, Quando che sospirato el capo mosso (di fianco: alias Poi chebbe sospirando el capo mosso); 110, dissio: or ne direte a quel; XI, 37, O dii (di fianco: alias onde) homicidii (sopra il secondo i di dii un e); 56, uincol; 90, giustitia; XII, 16, El sauio mio grido uer lui; 134, flagel didio; XIII, 4, fronda uerde; 43, Così di quel troncone usciua; XIV, 75, gli mantieni; XV, 29, porgendo; XVI, 14, et dixe aspecta; 15, che a costor; 26, si che contrario; 30, tinto (sopra: tristo); 34, Quest'orme di cui tu pestar; 67, dissei; 104, trouamo (di fianco: alias sentimo); 134, lancora; XVII, 19, talora; 51, o da mosche (di fianco: alias da pulci) o da uespe o da tafani; 74, la faccia (di fianco: alias la bocha); 95, forte; 104, stessa comaquila; 125, el gridar; XVIII, 12, rendon; XIX, 59, proposto : 94, tolsero; 117, che riceuette; XX, 30, passion; XXI, 71, allui; XXII, 6, fedir; 58, male branche; 127, Et (di fianco: alias Ma); XXIII, 63, che in Colgona per monaci; 141, di qua (sopra il qu un Ŋ); XXIV, 119, e seuera; XXV, 18, gridando; XXVI, 15 lo mio maestro; 123, tenuti; XXVII, 4, a noi; XXVIII, 71, in su; XXIX, 55, giu per lo; XXX, 44, falsificando; 105, pugno suo; 114, Quando a Troia del uer fosti; XXXI, 60, tutte le altre ossa; XXXII. 20, ua; 25, osterichi; 128, Così li denti sopra laltro pose; 129, saggiugne; XXXIII, 26, piu uolte; 58, Ambe le; 72, tral quinto el sexto di; 155, di noi un tal; XXXIV, 17, parue; 93, Qual era el punto.

Purg., I, 136, oue; II, 10, andauam; 23, che biancheggiar di

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