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Questa Bibliografia ha per limiti nello spazio quelli indicati da Dante per la Liguria, Lerice e Turbìa (Purg. III, 49), o meglio, la Magra, che per cammin corto Parte lo Genovese dal Toscano (Par. IX, 89-90), cioè sino al suo affluente Vara, ad est, e il Varo ad ovest. Per la Lunigiana al di là della Magra era inutile ch'io rifacessi il lavoro egregio del Neri (Bibliografia Dantesca in relazione alla Lunigiana, in Dante e la Lunigiana, Milano, Hopli, 1909, pp. 551-582). A nord mi sono spinto sino alla linea scelta per confine da A. Issel nella sua Bibliografia scientifica della Liguria (Genova, tip. Marittima, 1887, p. 7), comprendendo nella Liguria Ovada e Serravalle Scrivia.

La Bibliografia si compone di due parti. Nella prima enumero i codici delle opere dantesche che sono o furono in Liguria, o sono stati trascritti da Liguri, e le loro edizioni e versioni; nella seconda, le opere che trattano dei personaggi e dei luoghi della Liguria ricordati da Dante, gli scritti dei Liguri d'argomento dantesco e quelli che, pur non essendo di Liguri, sono stati pubblicati in Liguria. 1) Un indice aiuterà il lettore a trovare quello che gli farà bisogno.

Di questo genere di lavori non si può mai dire che siano completi, ed io non presumo che tale abbia a parere il mio, specialmente nella seconda parte, per la quale altro tempo occorreva a me, che ho lavorato da solo, e in una città dove le biblioteche sono poco fornite dei libri necessari. È questo dunque un saggio, oso dire diligente, che potrà essere arricchito, in seguito, da me o da altri.

1) Delle pubblicazioni dei Liguri o edite nella Liguria indico tutte le recensioni che conosco, delle altre solo quelle che giovano all'argomento.

I.

LA DIVINA COMMEDIA.

CODICI.

CHIAVARI.

Frammenti di un codice membr. della prima metà del sec. XIV.

menti di codici membr. del sec. XV.

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Il codice Baratta (vedi qui indietro).

GENOVA.

I codici Durazzo (vedi qui indietro).

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SAVONA.

Biblioteca Comunale. La Commedia col commento di Jacopo della Lana, membran. del sec. XIV. Cfr. DE BATINES, Bibl. dant., II, p. 163, n.o 315; Ferrazzi, Man. dant., II, 724; Giorn. d. bibliot., Genova, II (1868), n.o 4, p. 42; ROCCA LUIGI, Di alcuni commenti della Divina Commedia composti nei primi vent'anni dopo la morte di Dante, Firenze, Sansoni, 1891, p. 146, n.o 11; FIAMMAZZO ANTONIO, Il codice Sansoni della Biblioteca Civica di Savona, descritto secondo il canone della Società dantesca italiana, in Nozze Simoni-Fabris, Feltre, tip. P. Castaldi, 1908; idem, Il codice dantesco della Biblioteca di Savona illustrato, Savona, tip. D. Bertolotto, 1910, in-8.o, di pp. 118, con 4 fac-simili. Cfr. Giornale Storico della letter. ital., vol. LVIII (1911), pp. 448-9.

CODICI CHE FURONO IN LIGURIA

O SONO STATI TRASCRITTI DA LIGURI

Per Lucano Spinola o almeno per uno della sua famiglia fu copiato certamente il famoso codice membranaceo di Chantilly, della prima metà del sec. XIV, ricco di miniature, che contiene l'Inferno, le Expositiones et glose sopra l'Inferno di frate Guido da Pisa e la sua Dichiarazione della stessa cantica in terza rima, già pubblicata da F. Roediger nel Propugnatore, N. S., vol. I, parte I, pp. 62-92, 339-346. Notevole è per noi che

il dotto frate si dica mosso a dichiarare « de l'alta Comedía.... ogni profondo testo » per

La gran devotione e'l grande amore

che dimostra il suo discepolo, Lucano Spinola,

in ver lo gran maestro e'l grand'autore,
ciò è inver Dante poeta sovrano.

Per questo codice oltre il ROEDIGER Si cfr. DE BATINEs, op. cit., II, pp. 137-8, 299-300; MOORE EDWARD, Contributions to the textual criticism of the Divina Commedia, Cambridge, 1889, pp. XVI e seg.; Auvray L., Les Manuscrits de Dante des Bibliothèques de France, Paris, 1892, pp. 52 e segg.; MACON GUSTAVE, Chantilly. Le Cabinet des livres. Manuscrits, Paris, 1900, vol. II, pp. 342 e segg.; MOORE EDWARD, Studies in Dante, third series, Oxford, 1903, pp. 349, 357, 363; Luiso Francesco Paolo, Di un'opera inedita di frate Guido da Pisa, in Miscellanea di studi critici pubblicati in onore di Guido Mazzoni, Firenze, Succ. B. Seeber, 1907, vol. I, pp. 79-135; Gauthiez Pierre, Dante, Paris, 1908, tavv. VII e VIII; Livi GioVANNI, Guido da Pisa dove scrisse il suo commento dantesco? in Rivista delle Biblioteche e degli Archivi, Firenze, XXVI (1915), pp. 1-5; idem, Dante e Bologna. Nuovi studi e documenti, Bologna, Zanichelli, 1921, pp. 97-99; AUVRAY L., Les miniatures du manuscrit de l'Enfer à Chantilly, in Dante. Mélanges de critique et d'érudition françaises publiés à l'occasion du VI Centenaire de la mort du Poète MCCCXXI-MCMXXI (par l'Union Intellectuelle Franco-Italienne), pp. 93–105.

Al monastero di San Gerolamo di Quarto (dei Mille) apparteneva il cod. 1078 della Trivulziana, membranaceo, del sec. XIV, contenente la Commedia. Cfr. PORRO GIULIO, Catalogo dei Codici Manoscritti della Trivulziana, Torino, Bocca, 1884, p. 116.

Il cod. 1084 della Trivulziana stessa, membranaceo, della prima metà del sec. XV, fu certamente nelle mani di Pietro da Campofregoso, che l'aveva avuto in prestito dagli eredi di Galeazzino de Cribelli, uno dei quali, Giovanni, era cancelliere del Consiglio segreto della Repubblica di Genova. Cfr. DE BATINES, op. cit., II, p. 264; Esposizione dantesca, ecc., p. 70; PORRO, op. cit., pp. 112-13.

Scritto da un genovese e proprietà di genovesi fu il codice della Commedia mediceo-palatino n.o LXXIII, cartaceo, della metà del sec. XV. Ce l'attesta la sottoscrizione: Manu mei Juliani lercharij anno domini MCCCCLII. die.... de mense septembris usque MCCCCLIII. die 11a mensis aprilis.... e l'annotazione « sul verso di una carta bianca in fine»: Liber dantis mei thome imperialis - Joannis francisci grimaldi et socior(um).

Cfr. A. M. BANDINI, VIII, 223-225; F. A. ZACCARIA, Excursus litterarii per Italiam, Venetiis, Coleti, 1754, vol. I, p. 218; DE BATINES, op. cit., II, p. 41.

Ligure, se non genovese, era il copista del codice li-110 della Biblioteca Nazionale di Madrid, che contiene la Commedia con la traduzione castigliana di Enrico de Villena e porta la data del 1354. Lo dimostrano le forme dialettali che s'incontrano nel manoscritto (cfr. M. SCHIFF, La Bibliothèque du Marquis de Santillane, in Bibliothèque de l'École des Hautes Études, vol. CLIII, Paris, E. Bouillon, 1905, p. 303; A. Farinelli, Dante in Ispagna Francia - Inghilterra - Germania, Torino, Bocca, 1922, p. 35, n. 1), che però appartiene «<a una tradizione assai buona del testo dantesco » (G. Vandelli, Note sul testo critico della « Commedia », in Studi Danteschi diretti da M. Barbi, Firenze, IV, p. 83).

Fra gli atti del notaio Oberto Foglietta (Archivio di Stato di Genova, filza 4, c. 144) si legge, con le date del 12 gennaio e del 21 aprile 1390, un ricco inventario dei beni del q. Bartolomeo di Jacopo, nel quale si menzionano un Dantes, che sarà stata la Commedia, e Glose Dantis, nonchè la Monarchia Dantis. 1)

Cfr. Giornale ligustico, Genova, 1831, p. 395; De Batines, op. cit., II, p. 163; L. T. BELGRANO, Della vita privata dei Genovesi, 2.a edizione, Genova, tip. R. Ist. dei Sordo-Muti, 1875, pp. 128-131; F. NoVATI, Umanisti genovesi del secolo XIV: Bartolomeo di Jacopo, in Giorn. Ligustico, a. XVII (1890), pp. 23-41. Sul di Jacopo si veda ancora il NOVATI in Epistolario di Coluccio Salutati, Roma, Istit. Stor. Italiano, vol. I, p. 78, n. 2; IV, p. 609; V. Rossi, Il Petrarca a Pavia, in Boll. della Soc. Pavese di St. Patria, a. IV (1904), p. 392 in nota; A. FERRETTO, L'umanista Bartolomeo de Jacopo, in La Sveglia, Chiavari, a. XXXVII nn.1 45, 46, 48, 50, 11 e 18 nov., 2 e 16 dic. 1923.

Ed anteriori a questa data lo stesso Archivio ci fornisce due altri inventari in cui compare il nome di Dante. Nel primo di essi, quello dei beni della fu Andriola, vedova di Andalò de Marini, del 30 gennaio 1380 (Atti di Notai ignoti ad annum), si legge: liber dantis in vulgari scripto in apapiro. Nel secondo, di poco più tardo, perchè dell'8 giugno 1383, ma più interessante, si enumerano fra i beni del fu Michele Ridolfi da Firenze, mercante, deceduto in Genova, le seguenti opere: Librum unum epistolarum Senece scriptarum in vulgari Item unum librum centum novellarum domini Johannis Item unum librum dantis. Qui omnes sunt scripti in appapiru et ligati in tabulis (Atti del not. Nicolò Belignano, Reg. II, f. 188). 2)

Librum unum dantis in parvo volumine troviamo nell'inventario di Spi

1) Questa notizia sfuggì a Pasquale Papa recensendo le Memorie dantesche degli anni 1323 e 1325 di GIOVANNI LIVI, in Arch. Stor. Ital., V serie, vol. 34 (1904) PP. 470-71 n.

2) Debbo queste due ultime notizie alla cortesia di Arturo Ferretto.

netta di Campofregoso (3 agosto 1425) pubblicato da Achille Neri in Giornale ligustico, a. XI (1884), pp. 350-359. È probabile che i Campofregoso l'avessero portato da Genova nei primi del sec. XV.

Ai Giustiniani di Genova apparteneva il Commento di Pietro di Dante, in fol., cartaceo, del sec. XV, conservato nella Biblioteca Oratoriana di Napoli (Pil. X, n.o XXXIV). Cfr. MANDARINI ENRICO, I codici manoscritti della Biblioteca Oratoriana di Napoli illustrati, Napoli, tip. A. & S. Festa, 1897, p. 222; Bull. d. Soc. Dant. Ital., N. S., VI, pp. 49-50.

Infine il più antico dei codici datati della Commedia, il Landiano di Piacenza, fu scritto a Genova, forse di su un codice ivi esistente (cfr. Livi, op. cit., p. 92), quantunque da un copista marchigiano.

Cfr. G. BERTOni, Nota sul codice landiano della «Divina Commedia », in Il Giornale Dantesco, XXIV (1921), pp. 189-190; Il « Codice Landiano » della « Divina Commedia », con una prefazione del prof. A. BALSAMO ed una introduzione del prof. G. Bertoni, Firenze, L. S. Olschki, 1921, in-folio, pp. XXVII-212, e la rec. di GUIDO VITALETTI in Il Giorn. Dant., XXV (1922), pp. 60-63, che sono le ultime pubblicazioni su questo codice.

EDIZIONI.

Nicolò Giuliani (Notizie sulla tipografia ligure sino a tutto il secolo XVI, in Giornale delle Biblioteche, Genova, V, n.o 19, p. 152, e in Atti della Società Ligure di storia patria, Genova, 1869, vol. IX, pp. 262-3) aveva creduto di poter attribuire al Belloni di Genova un'edizione della Commedia senza note tipografiche che si conserva nella biblioteca della Missione Urbana di Genova, e le aveva assegnato all'incirca la data del 1550. Ma Ubaldo Mazzini (Di una presunta edizione genovese della Divina Commedia nel secolo XVI, in Giornale ligustico, ecc., XXII, pp. 20-3) ha dimostrato in modo esauriente che si tratta di una contraffazione della famosa edizione aldina del 1502 fatta in Lione da Bartolomeo Trotti nello stesso anno o nel seguente.

Sicchè la prima edizione ligure sarebbe quella che trovo indicata al n.o 281 della Serie cronologica delle edizioni dell'intero testo e delle parti separate della Divina Commedia di Dante Allighieri; delle sue traduzioni, de' suoi comenti, e delle principali opere che servono ad illustrarla (Firenze, Tip. di T. Baracchi, MDCCCL) e più compiutamente dal De Batines a pag. 64 delle Giunte e correzioni inedite alla Bibliografia Dantesca pubblicate dal dottor G. Biagi (Firenze, Sansoni, 1888):

La Divina Commedia, col comento di Paolo Costa. Genova (Pirago) Grondona, 1839, 3 vol. in-24.°.

La Serie e il De Batines citano come fonte della loro notizia il Catalogo della tipografia della Svizzera Italiana, Lugano, 1846, e il De Batines

Dante e la Liguria.

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