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Il litorale ligure nella carta del genovese Angelino Dalorto (1325-30).

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BONTURO DATI A GENOVA.

Per la distruzione delle pubbliche carte lucchesi, avvenuta nei tumulti popolari del 1314, niuna notizia si può raccogliere da documenti intorno alla parte che nel governo della città ebbe Bonturo Dati, ricordato dall'Alighieri nel c. XXI dell' Inferno. Solo si cita un documento relativo a un fatto che torna di onore a Lucca, cioè all'aver pacificato Firenze, straziata dalle fazioni civili.

Narra infatti Giovanni Villani come nel febbraio del 1306, nata discordia in Firenze per la superbia di Corso Donati, ne avvenissero gravi e spessi tumulti con uccisione di cittadini; tanto che al dir del cronista «< era la terra per guastarsi del tutto se non fossero i Lucchesi che vennero a Firenze a richiesta del Comune con grande gente di popolo e cavalieri, e vollono in mano la questione e la guardia della città, e così fu loro data per necessità balìa generale, sicchè sedici dì signoreggiarono liberamente la terra.... » E in somma « adoperarono sì che alla fine racquetarono il romore, e ciascuna parte feciono disarmare, e misono in quiete la terra, chiamando nuovi priori di concordia rimanendo il popolo in suo stato e libertade. »>

Ora tra i nomi de' cittadini lucchesi deputati all'onorevole ufficio, nell'atto citato, leggesi appunto quello di Bonturo Dati, uno de' popolani a ciò eletti con piena balìa dal consiglio del popolo, o di S. Pietro Maggiore, il 23 febbraio 1303. S'ha pur memoria di lui in atti privati di poca importanza storica, il più antico dei quali è del 13 giugno 1300, il più recente, del 5 aprile 1314.

Dopo quest'anno non si trovano altri contratti in cui comparisca Bonturo Dati, il quale, caduto dalla grazia del popolo, dovè probabilmente fuggire da Lucca alla venuta di Uguccione, e riparò a Firenze, dove morì non si sa in qual anno, e fu seppellito in Santa Maria Novella. 1)

Dall'aprile del 1314 all'ottobre dello stesso anno è breve il tratto. Bonturo Dati, prima di riparare a Firenze, venne a Genova, ove si era accordato col suo conterraneo Luti de Drago, acciocchè togliesse per suo conto un'abitazione in affitto. Infatti il 7 ottobre del 1314 Antonino de Camilla, a nome dei fratelli Guidotto e Lanfranchino, loca a Luti de Drago lucchese, accettante a nome di Bonturo Dati de Lucha, una casa, posta in contrata Sancti Pauli, confinante di rimpetto con la piazza della chiesa di S. Paolo, e da una parte colle case del fu Daniele Camilla e fratelli, per lo spazio di un anno, e per il prezzo di lire novantadue e di soldi dieci di genovini. L'atto fu stipulato in Genova, sotto il portico della casa del fu Egidio Lercari, essendovi presenti il notaio Oliverio da Chiavari e lo speziale Enrico de Sigestro. 2)

L'abitazione del barattiere era dunque sulla piazza attuale di Campetto, dove i Camilla, e specialmente un Tedisio Camilla, canonico della Cattedrale di Genova, che fu martello contro l'eresia degli Albigesi, ed ebbe per premio il vescovato di Agde, in Francia, aveano, nella seconda decade del secolo XIII, eretta la chiesa, ora diruta, di San Paolo.

L'11 dicembre del 1315 Bonturo Dati, civis et mercator Lucensis, costituisce suo procuratore in Genova, e fuori il genovese dominio, Gregorio, ossia Goro del fu Viviano da Lucca. La procura è redatta in Genova, nella casa del notaio Giovannino da San Lorenzo que fuit quondam Januini de Curia in qua habitat dictus Bonturus, essendo presenti, in qualità di testimoni, Luti, di Giovanni Drago, il notaio Nicolò Ceci, Bernardo Basardo, tutti Lucchesi, e Stramadesio de Cogorno, di Chiavari.

Il procuratore eletto prometteva di esercire per bene gli interessi di Bonturo non solo in Genova, ma in Lucca, Pisa, Provenza, e altrove. 3)

Il 7 luglio del 1316 Bonturo costituiva procuratore, per lo spazio di sei mesi, Giardello, figlio di Cecio Bonagiunta, cittadino lucchese, il quale prometteva di permutare merci, denaro e spezierie per conto di Bonturo, nelle città nominate nell'altro mandato di procura. La procura e la promessa si svolgono in domo in qua habitat dictus Bonturus, essendo presenti Franceschino

de Ceva, cimatore di panni, Obertino de Ceva, Tommaso da Caresa, taverniere, e il notaio lucchese Nicolò Ceci. 1)

Questi tre atti adunque ci dicono chiaramente che Genova dal 7 ottobre 1314 al 7 luglio 1316 ospitò tra le sue mura ser Bonturo Dati, il mercante e cittadino lucchese, che, secondo un commento alle cantiche dell' Inferno e del Purgatorio, di autore incerto, ma vissuto intorno ai tempi di Dante, « ebbe in Lucca grande stato » e fu « grande popolano e potente nella città predetta. »

Ricorderemo ancora che il 13 novembre del 1285 Cino del qm Margoti da Lucca, procuratore dei fratelli Giovanni e Bonturo, figli di Dati Carratore di Lucca, trovandosi in Genova, compra una partita di pepe da Bellitano de Campo per il prezzo di lire 63. È detto che il mandato di procura gli fu conferito in Lucca dai due fratelli, stipulandolo, il 20 maggio dello stesso anno, il notaio Beccafava di Paganello Beccafava. 5)

NOTE.

CARLO MINUTOLI, Gentucca e gli altri Lucchesi nominati nella Divina Commedia, in Dante e il suo secolo, Firenze, 1865, p. 213 e segg.

2) Atti del Not. Raffaele da Manarola. Reg. I, f. 44, Archivio di Stato in Genova.

3) Atti del Not. Ugolino Cerrino. Reg. II, f. 22, Arch. cit.

Atti del Not. Ugolino Cerrino. Reg. I, f. 14 e 15, Arch. cit.

5) Giovanni de Corsio. Reg. I, f. 175, Arch. cit.

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