Opere del cardinale Pietro Bembo: Della volgar linguaSocietà tipografica de'Classici italiani, 1810 |
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abbia aguto alcune voci altra altre voci altrove amato anco antichi antiposto appo appresso Ardisca avan avanti Bembo Vol Boccaccio Caglio canzoni Castelvetro ched Chero Chier Cino colui comechè compagnia conciossiecosachè consonante verbale Cuscio Dante debba detto dice dicesi diede dinanzi disaccentate dissero donna eziandio finienti fogl Formazione futuro gerundio GIUNTA guisa Istrano ivi lin ivi pag l'articolo Lapo Gianni lascia latino legge Leggesi lingua vulgare luogo medesi medesimo mente ndicativo nfinito niuna novelle numero oltracciò parlare partefici preteriti particella passato perciocchè persona Petrarca PIETRO BEMBO piglia Poeti pogniamo pone possa perdere posta potersi prose provenzale quan quarta maniera raddoppiata ragione ricevere rime sapere scrittori segg Senon sentimento sezzo sieno significa sillaba simili spesso terza maniera terza voce Toscani tosto usarsi senza articolo usato vagliono vale vece di dire vece di nome vedi verbo verso vicenomi Villani vocale volte
Popularni odlomci
Stranica 53 - La mia sorella, che tra bella e buona non so qual fosse più, trionfa lieta ne l'alto Olimpo già di sua corona...
Stranica 29 - Qual sogliono i campion far nudi e unti, avvisando lor presa e lor vantaggio prima che sien tra lor battuti e punti...
Stranica 17 - Pasquino che sopravenuti erano, — un giudice, senza dare indugio alla cosa, si mise ad esaminarla del fatto; e, non potendo comprendere costei in questa cosa avere operata malizia né esser colpevole, volle, lei presente, vedere il morto corpo...
Stranica 6 - O tuttavia in altre che nelle tre prime voci del numero del meno e nella terza del numero del più delle medesime prime voci e di quelle ancora che si dicono condizionalmente, Odo Odi Ode Odono Oda Odano, non ha luogo. È tuttavia da sapere, che ferma regola è di questa maniera di dire, che sempre il primo caso se le da, Parlando io, Operandol tu; che Parlando me e Operandol te da niuno si disse giamai.
Stranica 46 - Gianni mio, or non sai tu quello ch'egli è? egli è la fantasima, della quale io ho avuta a queste notti la maggior paura che mai s'avesse, tale che, come io sentita l'ho, ho messo il capo sotto né mai ho avuto ardir di trarlo fuori, sì 29 è stato dì chiaro.
Stranica 20 - Qua, che ora stanza e ora movimento dimostrano, e dannosi al luogo, nel quale è colui che parla; et è Costì, che sempre stanza, e Costà, che quando stanza dimostra e quando movimento, ea quel luogo si danno, nel quale è colui con cui si parla; e In costà detta pure in segno di movimento; et è Là, che si da al luogo, nel quale né quegli che parla è né quegli che ascolta, e talora stanza segna e talora movimento, che poscia Lì, sì come Qui, non si disse se non da
Stranica 7 - ... si ragiona di lui. In quanto poi passivamente si possa con esso formar la scrittura, egli nuova faccia non ha, sì come ha la latina lingua. Nella qual cosa vie più spedita si vede essere la nostra, che tante forme non ammette, alle quali appresso più di regole e più d'avertimenti faccia mestiero.
Stranica 34 - ... a lei o si da e giugne la particella Che, o si lascia; il che si fa parimente. Et è Parte, che vale quello stesso, detta nondimeno rade volte in questo sentimento: il Boccaccio: Parte che lo scolare questo diceva, la misera donna piagneva contìnuo '; e altrove: Parte che il lume teneva a Bruno, che la battaglia de" topi e delle gatte dipigneva '. Ponsi nondimeno comunalmente Parte dai poeti, in vece di dire In parte.
Stranica 38 - Appresso questo ne seguirà tra vostro marito e me mortai nimistà, e potrebbe sì andare la cosa che io ucciderei altresì tosto lui, come egli me: di che mai voi non dovreste esser poi né lieta né contenta. E...
Stranica 31 - Questa vita terrena è quasi un prato, che "1 serpente tra fiori e l'erba giace *. È // perché delle prose, usato tuttavia rade volte, in vece di dire Per la qual cosa : il Boccaccio...