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Bianca Cappello.

La giovinetta cupida di amore,

Fugge una notte in braccio de l'amante;
Maledice il Senato il disonore

Di lei che macchia le virtù più sante.

Ma la sedotta femmina il favore
D'un prence ottien col tenero sembiante;
La bianca fronte che non ha rossore,
La ducchessa incorona or delirante.

E l'augusto, magnanimo Senato, Lei vera figlia che la patria onora, In solenne decreto ha consacrato.

Cosi diventa qual candida aurora, Pura sul trono, per ragion di Stato, La Veneziana che si disonora.

RAFFAELLO FABRIS

RASSEGNA BIBLIOGRAFICA

A. Bebel, deputato al Parlamento tedesco.

« La donna e il

socialismo». Nuova traduzione italiana sulla 36. tedesca Palermo. Remo Sandron, editore

1906 L. 4.

Questo interessante lavoro del leader del socialismo tedesco, che sin dal suo primo apparire divenne uno dei testi più ortodossi del socialismo internazionale, può considerarsi addirittura come un'opera nuova per l'Italia, per due ragioni: prima di tutto perchè l'autore ha riveduto, anzi quasi completamente rifatto, il suo studio nelle ultime edizioni che hanno veduto la luce in Germania, e poi perchè l'unica traduzione che si era pubblicata in Italia, fatta molti anni fa sulla prima tedesca, era divenuta del tutto introvabile, e invano gli studiosi la ricercavano anche presso ì rivenditori di libri usati.

Trattandosi di un testo di un sommo interesse per gli studi di sociologia, opportuna è stata l'idea del Sandron di curarne questa nuova traduzione, che risponde quasi letteralmente al testo.

Il libro rappresenta per così dire il Vangelo socialista per ciò che riguarda le attribuzioni e il posto della donna nella moderna società, poichè la questione femminile vi è esaurientemente svolta da un punto di vita speciale bensì, ma non meno interessante per l'intricato problema.

G. Amadori Virgili.

« Il sentimento imperialista », con prefa

zione dell' on. Prof. Errico De Marinis, Ministro della P. I. Palermo, Remo Sandron, editore. 1906 L. 3,50.

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L' Amadori Virgili, uno dei più colti e studiosi scrittori di psicologia, considera il fenomeno dell' imperialismo, che va diventando sempre più intenso fra le nazioni che hauno maggior coscienza della loro personalità e della loro forza, da un punto di vista veramente nuovo.

Egli indaga come nella grande anima collettiva delle nazioni prenda origine e si sviluppi questa necessità dell'ultima ora, che fino a ieri veniva fatta discendere esclusivamente dall'interesse materiale, dai bisogni pratici dei popoli, mentre l' Amadori dimostra quanta parte abbia l'intellettualità e la psiche in questo fenomeno storico.

Interessante è anche la prefazione che il De Marinis, già ministro della P. I., prepone al libro. Essa rappresenta per sè stessa una compendiosa e bella monografia sulla necessità dell' imperialismo, e completa per tal modo l'estesa esposizione dell'Amadori. Essa inoltre servirà a far conoscere meglio agli Italiani quali sarebbero state le idee di un ministro, il quale avrebbe potuto esplicare in parte il suo programma con l'efficace mezzo di cui disponeva, cioè con le scuole italiane all'estero. Questo libro rappresenta insomma una pubblicazione di grande attualità. Per questo raccomandiamo ai lettori l'ottimo e geniale studio dell'Amadori, che a molti problemi risponde, intravisti da coloro che considerano questa necessità di un'espansione coloniale.

Ricordi e Memorie

(Estratto dal P. V. della Adunanza Accademica del 18 Gen. 1906).

Onorevoli socii e colleghi,

Nell' aprire la seduta odierna, sento il dovere di ricordare con dolore, la perdita di un antico socio, e membro un tempo di questa Presidenza dell'Ateneo, e mio amico carissimo il nobil uomo Comm. Nicolò Barozzi. Unanime fu il cittadino rimpianto, per la morte dell'uomo egregio, per la scomparsa di lui che, tutto culto ed amore verso questa città, era delle sue glorie storiche ed artistiche conoscitore profondo e ricercato. Nelle consuetudini dei giornalieri ed amichevoli colloqui, esso elargiva i doni preziosi della sua varia coltura, e delle sue estese cognizioui di Veneziana erudizione; ed era rispettato maestro, a coloro tutti che a lui si rivolgevano, per istruzione e consiglio. Già il nome di Nicolò Barozzi era legato con quello di Guglielmo Berchet, pella notissima pubblicazione della serie delle relazioni degli Ambasciatori Veneziani, in continuazione a quelle edite dall' Alberi di Firenze. Opera storica più che di interesse veneziano, europeo.

Nicolò Barozzi dava principio nel 1866 a quella Raccolta Veneta, collezione di documenti, relativi alla storia, all' archeologia, alla numismatica, che colla collabora

zione di altri valenti, dovea poi trovare la sua rigogliosa continuazione nell' Archivio Veneto, e successivo nuovo Archivio Veneto che tuttora si pubblica, a

Deputazione di storia patria.

cura della

Ricorderò qui pure il concorso di Nicolò Barozzi assieme ad illustri e benemeriti colleghi, pella sampa dei Diarii di Marino Sanudo, che dopo lunghi anni, potè avere la compiacenza di veder completamente dati alla luce.

Allorchè nel 1865, per opera del Comune di Venezia, si stampò il volume sui codici di Dante Alighieri a Venezia, Nicolò Barozzi vi dettava un Commentario, sull'Amore dei Veneziani, per lo studio di Dante, ed illustrava i Codici delle opere minori di Dante conservati a Venezia.

Nella quinta ricorrenza pel centenario della morte di Francesco Petrarca, l'Ateneo Veneto pubblicava un libro, dal titolo, Petrarca a Venezia, e il Barozzi vi dettava l'articolo Petrarca a Venezia, accennando i doni del Petrarca fattagli alla Republica, e alla concessione da essa fattagli di una casa per sua abitazione.

Non è il momento questo di accennare ad altri numerosissimi scritti di Nicolò Barozzi dettati tutti di vero sentimento patrio, e ricchi di dottrina. Ad ogni modo, o signori, più che all'antico socio, al letterato, allo storico, io voglio fare una manifestazione che parta dall' intimo del mio cuore, di stima, verso l'ottimo cittadino, verso l'amico affettuosissimo, la cui immagiue come una cara visione, mi si presenterà sempre amica al mio spirito.

Nicolò Barozzi, di antica stirpe veneziana, era veneziano nell'anima, cortese, affabile, mite e generoso. Egli cosi continuò le antiche tradizioni, della gentilezza e dell'ospitalità di questa sede meravigliosa, di ogni gloria artistica e di ogni virtù cittadina.

Mandiamo adunque un saluto reverente, al nome di Nicolò Barozzi, e deponiamo un modestissimo fiore sulla sua tomba, pietoso omaggio al desiderato suo nome.

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