Il primo canto della Divina commedia spiegato coll'ypsilon di Pitagora: pubblica lettura fattasi la sera del xxviii di febbraio MDCCCLXXIII a Mondovi

Naslovnica
G. Bianco, 1875 - Broj stranica: 112
 

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Stranica 94 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che l' uccide : Ed ha natura sì malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir di doglia.
Stranica 93 - Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte, Che spande di parlar si largo fiume? Risposi lui con vergognosa fronte. O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m' ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Stranica 99 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui; ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno, Ov' udirai le disperate strida Di quegli antichi spiriti dolenti, Che la seconda morte ciascun grida. E vederai color che son contenti Nel fuoco, perché speran di venire, Quando che sia, alle beate genti: Alle qua...
Stranica 9 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Stranica 65 - Una lonza leggiera e presta molto, Che di pel maculato era coperta. E non mi si partia dinanzi al volto ; Anzi impediva tanto il mio cammino, Ch' io fui per ritornar più volte volto. Tempo era dal principio del mattino ; E il sol montava su con quelle stelle Ch...
Stranica 46 - Sì tosto come in sulla soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m
Stranica 64 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Stranica 92 - Augusto Al tempo degli Dei falsi e bugiardi. Poeta fui, e cantai di quel giusto Figliuol d'Anchise, che venne da Troia, Poi che.il superbo Hi'on fu combusto. 75 Ma tu perché ritorni a tanta noia? Perché non sali il dilettoso monte, Ch'è principio e cagion di tutta gioia? Or se' tu quel Virgilio, e quella fonte, Che spande di parlar sì largo fiume?
Stranica 83 - Temp'era dal principio del mattino, e '1 sol montava 'n su con quelle stelle ch'eran con lui quando l'amor divino mosse di prima quelle cose belle; sì ch'a bene sperar m'era cagione di quella fera alla gaetta pelle l'ora del tempo e la dolce stagione; ma non sì che paura non mi desse la vista che m'apparve d'un leone. Questi parea che contra me venesse con la test'alta e con rabbiosa fame, sì che parea che l'aere ne temesse. Ed una lupa, che di tutte brame sembiava carca nella sua magrezza, e...
Stranica 105 - Per via teologica si può dire, che poichè la somma deità, cioè Iddio, vede apparecchiata la sua creatura a ricevere del suo beneficio, tanto largamente in quella ne mette, quanto apparecchiata è a ricevere.

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