Le seduzioniS. Lattes & C., 1910 - Broj stranica: 185 |
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Stranica 14
... di lïuto . E sentii nella mia bocca gli aromi d'un frutto al morso cupido maturo , ma l'acre impurità de ' sensi indomi mortificai con il mio orgoglio puro . l'antico male Mortificai la mia anima schiava , ma sotto 14.
... di lïuto . E sentii nella mia bocca gli aromi d'un frutto al morso cupido maturo , ma l'acre impurità de ' sensi indomi mortificai con il mio orgoglio puro . l'antico male Mortificai la mia anima schiava , ma sotto 14.
Stranica 70
... morso nel seno il cuore mi trasale . Quasi per un gran male di languore il sangue mi ristagna nelle vene . come nei polsi inerti di chi muore . Non eri . E chi su le mie ciglia piene d'ombra , socchiuse sul pensiero vano , chi senza ...
... morso nel seno il cuore mi trasale . Quasi per un gran male di languore il sangue mi ristagna nelle vene . come nei polsi inerti di chi muore . Non eri . E chi su le mie ciglia piene d'ombra , socchiuse sul pensiero vano , chi senza ...
Stranica 132
... morso . Ah ! scherzi . Fra le righe un riso fine guizza quasi fra pause d'un discorso . Balenan lampi nelle ciglia chine della lettrice , e quando un mal represso desio irrompe in parole ebbre alla fine , ella ne freme come d'un ...
... morso . Ah ! scherzi . Fra le righe un riso fine guizza quasi fra pause d'un discorso . Balenan lampi nelle ciglia chine della lettrice , e quando un mal represso desio irrompe in parole ebbre alla fine , ella ne freme come d'un ...
Stranica 141
... Poichè , se alcun le sue treccie ha disfatte , od impresse d'un morso la sua gola , o lasciò le sue labbra più scarlatte , ella è pur sempre quella che va sola . SONETTI ROSSO E NERO NO Sillaba sola che vibrando scocchi 141.
... Poichè , se alcun le sue treccie ha disfatte , od impresse d'un morso la sua gola , o lasciò le sue labbra più scarlatte , ella è pur sempre quella che va sola . SONETTI ROSSO E NERO NO Sillaba sola che vibrando scocchi 141.
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༢ ༢ acre ADA NEGRI agogna amare amore ansia d'attesa ardor aspra assai attesa Avidità di vivere baci balena bella blando bocca buon capelli carezza catene ch'io china chiome chiusa cieli ciglia colei corolle curiosità d'amore d'oblio d'oro desiderio dita dolce dolcezza domani donna Doppio gioco eguale ELEGANZE Le essenze falena fascini fiori frutto gesti gioco gioconda gioia giovinezza godendo guanciale ieri INCITAMENTI iridi l'anima L'antico male l'ignoto l'ingannatore l'ombra labbra languor LATTES leggera maliarda mano menzogna meraviglia molle morso muta nell'ombra notte nuova oblio ombre ONDEGGIAMENTI ORE FOLLI pallida pallor parola piango pianto poco polsi profumi Punge ride riso di seduzïoni rose schiavitù Seduzione sembran sentii sete sguardo sirena sogni sorriso sorso sostare sottil sperduti spume STANFORD UNIVERSITY stolto susurra taciturna talor TENTAZIONI Le gemme Torino trema un'ombra vana vecchio parco Versi Un volume vïoletta volume in-12 volume in-18 vorace vortice
Popularni odlomci
Stranica 93 - Io non so chi tu sia : so che una sera noi ci gettammo l'anima negli occhi con l'impeto di chi brama e non spera. La ripigliammo cauti, quasi tocchi da un dubbio, e ancora la scagliammo a segno come la freccia cui convien che scocchi. Senza accostarci, senza altro disegno che quello di guardarci ebbri d'amore, ma disgiunti da un qualche aspro ritegno. Così il male durò. Più tentatore d'allora, a tratti, il tuo volto m'abbaglia. Curiosità di te mi punge il cuore, desiderio di te me lo attanaglia.
Stranica 47 - Carne di fiori d'un paìlor sì ni olle da sembrar carne di delizia, nata in tepori, di serra o in cima a un colle, uccisa a sommo della sua giornata e con lungo martirio, perché tutta si doni, all'ombra e al sole macerata! Freschezza che si spreme e che si butta poi che stillò l'um-or di cui viveva, pura bellezza vegetai distrutta per far più impura la bellezza a
Stranica 13 - ... non si spiegherebbe l'attaccamento della donna a un uomo la cui tiepida virilità feriva il suo animo passionale, la cui crudeltà la umiliava50, se non in considerazione del fatto che egli incarnava i tre momenti della elaborazione del concetto di amore-passione: l'Atteso, l'Amato, il traditore. Tempo fu che le mie forze più buone stremai in canti a' piedi d'un Signore che m'arse di ben vana passione. Io piangevo così note d'amore come la cieca in sul quadrivio, volta al sole, canta il suo...
Stranica 35 - ... giorno, a quella che va sola sentirsi preso da una mano il cuore e averne un riso in bocca e un pianto in gola. Era una mano ambigua, di pallore femmineo, di linea virile: mano bella di dolce ingannatore.
Stranica 54 - Guarda l'ombra affinar d'un violastro pallore i monti, e attraversare il cielo l'ultimo raggio come un lungo nastro. Poi, tutto andar sommerso dentro un velo su cui ansa, sgomenta d'esser sola la prima stella, come un cuore anelo. Stella solinga, amara è la parola di chi ti dice: — Io sono come te! — di chi presso la notte si desola tanto, e non osa dirtene il perchè.
Stranica 43 - COSE MALIOSE Male si tende il lucido tranello : io ammiro, e per il mio spirito assorto più del possesso il desiderio è bello. Tutto mi piace. Con il volto smorto d'ebbrezza aspiro essenze in rare fiale, m'attira un frutto pendulo in un orto. Qualche voce nel cuore mi fa male tanto m'è cara, e qualche rosso occaso m'incanta con un suo drago che sale. Carezzo di mia man l'anse d'un vaso che con arte foggiò greca fucina, increspo l'onde morbide d'un raso, o gioco con le spume d'una trina.
Stranica 119 - Illanguidiva i suoi grand'occhi rei smaniosa d'amar la Bovary, o con la barba a punta e con i bei denti rideva fatuo Bel'Amì.
Stranica 99 - Ma goda o soffra l'anima convulsa, il marmo della fronte non confessa gioia di amore o strazio di ripulsa. Quanto più sfatta io piego su me stessa, più s'impietra la maschera del volto ;, ma quando cedo dall'angoscia oppressa, piango non vista il mio pianto raccolto. VORAGINI l'etèra Io t'ho seguita, sotto i primi lumi rossastri d'una sera cittadina, pallida etèra grave di profumi. E parvi la falena che s' ostina intorno ad una lampada notturna, sempre più attratta e sempre più vicina.
Stranica 127 - Asprigna io sono e rido un poco acerba; mordere più che accarezzar mi piace ed apparir più che non sia superba. Come il vento di marzo io non dò pace: godo sferzare ogni anima sopita, e trarne l'ire a un impeto vivace per sentirla vibrar fra le mie dita.