Vita di Dante Alighieri, Opseg 1Tip. Fabris, 1842 - Broj stranica: 412 |
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adunque alcun Alighieri allora amici amore animo Arrigo arti assai avea Beatrice bello Benvenuto da Imola Boccaccio Bonifazio ottavo Brunetto Latini buon Cacciaguida Cangrande CAPITOLO Carlo di Valois Carlo Valois casa casa di Dante Cerchi e Donati chè Cielo città cittadini colla Corso Donati Dante Dante Alighieri Daute dice dicea Dino Compagni Divina donna dovea ebbe erano esso esuli età fama fazione fece figlio Filelfo Filosofia Fiorentini Firenze fortuna forza furono Gemma Ghibellini Giano della Bella Giotto Giovanni Boccaccio gloria gran Guelfi Laonde lode Manetti medesimo mente messer Carlo morte mostrare nemici niuno nuova onore pace parea parole patria Poema Poeta popolo poscia potea prese Principe Priorato pure ragione Ravenna recò Repubblica ritorno ruina Santa sapienza sentenza Signore speranza studio studj Teologia troppo trovò Uguccione umana uomini uomo Valois veduto venia venne Verona Villani virtù zione دو وو
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Stranica 49 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Stranica 221 - Non se ne sono ancor le genti accorte Per la novella età, che pur nove anni Son queste ruote intorno di lui torte. SI Ma pria che il Guasco l'alto Arrigo inganni, Parran faville della sua virtute In non curar d'argento, nè d'affanni. 84 Le sue magnificenze conosciute Saranno ancora sì, che...
Stranica 147 - Lingua si stende, peregrino, quasi mendicando sono andato, mostrando contro a mia voglia la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato Legno senza vela e senza governo, portato a diversi porti e foci e liti dal vento secco che vapora la dolorosa povertà. E sono vile apparito agli occhi a molti, che forse per alcuna fama in altra forma mi aveano immaginato; nel cospetto de...
Stranica 3 - Moronto fu mio frate ed Eliseo : Mia donna venne a me di val di Pado ; E quindi il soprannome tuo si feo.
Stranica 153 - Poi che fu piacere de li cittadini de la bellissima e famosissima figlia di Roma, Fiorenza, di gittarmi fuori del suo dolce seno...
Stranica 221 - In non curar d' argento, né d' affanni. Le sue magnificenze conosciute Saranno ancora, sì che i suoi nemici Non ne potran tener le lingue mute. A lui t...
Stranica 53 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Stranica 102 - Da indi , sì come viene ad orecchia Dolce armonia da organo , mi viene A vista il tempo, che ti s'apparecchia. Qual si * partì Ipolito d'Atene Per la spieiata e perfida noverca, Tal di Fiorenza partir ti conviene. Questo si vuole, e questo già si cerca ; E tosto verrà fatto a chi ciò pensa 5o Là, dove Cristo tutto dì si merca.
Stranica 8 - L'ossa del corpo mio sarieno ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor dal regno, quasi lungo il Verde, Ove le trasmutò a lume spento.
Stranica 147 - ... è dato, per le parti quasi tutte, alle quali questa lingua si stende, peregrino, quasi mendicando, sono andato mostrando contro mia voglia la piaga della fortuna, che suole ingiustamente al piagato molte volte essere imputata. Veramente io sono stato legno senza...