Opere di Dante Alighieri..: La Divina commedia di Dante Alighieri. Con varie annotozioni [di P. Venturi e G. A. Volpi], e copiosi rami adornatapresso Antonio Zatta., 1757 |
Uobičajeni izrazi i fraze
alcuni Alichino Annot ANTONIO VOLPI appreſſo Arno aſſai avea aveſſe Barbariccia bolgia Canto caſo ch'io chiama Chieſa ciaſcun Cielo città colla Comento corſo coſa coſe coſtui Cruſca Dante dice diffe diſcorſo diſſe effer Eneide eſſa eſſendo eſſer eſſo fece ficcome figliuolo Fiorentini Firenze fiume foffe forſe foſſe Franceſco gente gran guiſa Illuſtriſs Inferno inſieme Landino laſciò Latino luogo maestro mente nobiliffima noſtro parlare paſſo perſona poco Poeta POMPEO VENTURI poſcia poſta poſto preſe preſſo quaſi queſto rima riſpoſe riſpoſta ſangue ſarebbe ſcoglio ſecondo ſegno ſelva ſempre ſenſo ſenza ſi vede ſia ſignifica ſolo ſon ſono ſopra ſotto ſovra ſpiega ſta Stamp ſtato ſteſſo ſto ſua ſue ſuo ſuoi Tebe terra teſta teſto toſto Vedi qui ſopra Vedi ſopra Verf verſi verſo vidi Virgilio viſo viſta vizj ΑΝΝΟΤΑΖΙΟΝΙ
Popularni odlomci
Stranica cclxxiii - ... vanno, quando la brina in su la terra assempra l'imagine di sua sorella bianca, ma poco dura alla sua penna tempra; lo villanello a cui la roba manca, si leva, e guarda, e vede la campagna biancheggiar tutta...
Stranica iv - ... raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m' era durata la notte, ch' i
Stranica cxlviii - Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro che giammai non ruppi fede Al mio Signor, che fu d' onor sì degno. E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi: Da ch...
Stranica iii - Ahi quanto a dir qual era, è cosa dura , Questa selva selvaggia ed aspra e forte, Che nel pensier rinnova la paura ! Tanto è amara , che poco è più morte ; Ma per trattar del ben, ch' i' vi trovai, Dirò dell' altre cose ch' io v' ho scorte. l' non so ben ridir com' io v' entrai ; Tant' era pien di sonno in su quel punto, Che la verace via abbandonai.
Stranica ccc - Enea la nomasse, né dolcezza di figlio, né la pieta del vecchio padre, né '1 debito amore lo qual dovea Penelope far lieta, vincer poter dentro da me l'ardore ch'i' ebbi a divenir del mondo esperto, e de li vizi umani e del valore; ma misi me per l'alto mare aperto sol con un legno, e con quella compagna picciola da la qual non fui diserto. L'un lito e l'altro vidi infin la Spagna, fin nel Morrocco, e l'isola de' Sardi, e l'altre che quel mare intorno bagna.
Stranica xxx - Diverse lingue, orribili favelle, parole di dolore, accenti d'ira, voci alte e fioche, e suon di man con elle facevano un tumulto, il qual s'aggira sempre in quell'aura sanza tempo tinta, come la rena quando turbo18 spira.
Stranica ccci - Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; che de la nova terra un turbo nacque, e percosse del legno il primo canto. Tre volte il fé...
Stranica cccix - 1 bue Cicilian, che mugghiò prima Col pianto di colui, (e ciò fu dritto) Che l'avea temperato con sua lima, Mugghiava con la voce dell'afflitto, io Sì che, con tutto ch...
Stranica xviii - 1 concede? Io non Enea , io non Paolo sono ; Me degno a ciò né io, né altri crede. Perché se del venire io m'abbandono, Temo che la venuta non sia folle. Se' savio, e "ntendi me
Stranica ccclxxxvi - 1 Conte Ugolino aveva voce D'aver tradita te delle castella, Non dovei tu i figliuoi porre a tal croce . Innocenti facea l'età novella, Novella Tebe , Uguccione , e '1 Brigata , E gli altri duo, che '1 canto suso appella. 90 Noi passamm' oltre, là 've la gelata Ruvidamente un'altra gente fascia, Non volta in giù, ma tutta riversata.