Storia della Toscana sino al principato con diversi saggi sulle scienze, lettere e arti, Opseg 7Company' caratteri di Didot, 1813 |
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ajuti alcuni Ambasciatori Ammir armi arrestato assai avea Bertinoro Bonacc Cardinale Carlo VIII cavalli Cesena ch'era Chiesa città cittadini colla Comines condotti Consalvo Consiglio denari diar dipoi dovea Duca di Ferrara Duca di Milano Duca Valentino erano essendo fanti fece Ferdinando figlio fioren fiorentina Repubblica Firenze Forlimpopolo Fran Francesi Francia Frate fratello fuggì furono Gastone di Fois Giulio Gonfaloniere governo gran guerra Guicciar Guicciard Guicciardini istor l'esercito l'interdetto Lega loco Lodovico Lotrec Magistrato mandò Medici Meldola mezzo mila ducati morte Nardi lib nemici Nerli notte nuovo Pandolfo Petrucci Papa passi pericolo Petrucci Pier Soderini Piero Pisa Pisani popolo Porta Calce poteva Prato preso Ravenna regno di Napoli rentini Repubblica fiorentina resto ritirarsi Romagna rono ruina s'era salvo Savonarola seco Siena Signore soccorso Soderini soldati Spagna Spagnoli tini trovava truppe uomini d'arme uomo vedeva Veneziani verso Vicerè Vitelli Vitellozzo zione
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Stranica 93 - Ma l' altro puote errar per malo obbietto, O per troppo o per poco di vigore. Mentre ch' egli è ne' primi ben diretto, E ne' secondi sé stesso misura, Esser non può cagion di mal diletto ; Ma quando al mal si torce, o con più cura, O con men che non dee, corre nel bene, Contra 'l Fattore adopra sua fattura. Quinci comprender puoi ch' esser conviene Amor sementa in voi d' ogni virtute, E d' ogni operazion che merta pene.
Stranica 114 - Romagna, Trionferà, del cristian sangue sozzo. Darà l'Italia in preda a Francia o Spagna, Che sozzopra voltandola, una parte Al suo bastardo sangue ne rimagna . Le scomuniche empir quinci le carte, E quinci esser ministre si vedranno L'indulgenze plenarie al fiero Marte.
Stranica 3 - S'io fossi andato a Roma, dirà alcuno, a farmi uccellator de benefici, preso a la rete n'avrei già più d'uno; tanto più ch'ero degli antiqui amici 8S del papa, inanzi che virtude o sorte lo sublimasse al sommo degli uffici; e prima che gli aprissero le porte i Fiorentini, quando il suo Giuliano si riparò ne la feltresca...
Stranica 79 - To' tre once almen di speme, Tre di fede e sei d'amore, Due di pianto , e poni insieme Tutto al foco del timore : Fa dipoi bollir tre ore; Premi, in fine, e aggiungi tanto D'umiltade e dolor, quanto Basta a far questa pazzia.
Stranica 70 - Porta ; ma il partito dominante avea qualche ora innanzi appresa la sua venuta (3), e, date le opportune disposizioni per difendersi , lo che avendo visto gli amici di Piero , non osarono muoversi ; ed ei dopo lungo e inutile indugio credette necessaria la ritirata, perché non gli fosse impedita da qualche corpo di quei che trovandosi verso Pisa , potevano , venendo per la Val d
Stranica 78 - Benivieni dettava versi che i Piagnoni cantavano tenendosi per mano; e ballando intorno al rogo delle vanità, ripetevano a squarciagola, invasati dal furore della sacra pazzia: Non fu mai più bel sollazzo Più giocondo nè maggiore, Che per zelo e per amore Di Gesù divenir pazzo: Ognun gridi com' io grido, Sempre pazzo, pazzo, pazzo.
Stranica 135 - Papa : e diedele autorità d'aprir le lettere sue, e se occorresse alcuna cosa ardua, avesse il Consiglio de' Cardinali di Lisbona , ed altri che ella potesse perciò chiamare a se.
Stranica 77 - Girolamo non isdegnò la danza: la parola, per così dire, di guerra de' suoi seguaci per riconoscersi era: Viva Cristo. Riuniti pertanto nel carnevale in S. Marco i suoi più caldi fautori, gridando: Viva Cristo, il Padre Girolamo facevagli escir di chiesa sulla piazza insieme co' frati: si prendevano per mano, e formando una circolare ampia catena, alternandosi un frate e un secolare, gridando con alte entusiastiche voci: Viva Cristo, e ballando e saltando, stranamente asserivano esser bella e...
Stranica 24 - Cerretani descrive così la persona del Re: era egli piccolo quant'uomo ch'io abbia visto, di carnagione bianca, di pelo tra rosso e bianco, il capo grandissimo e gli occhi azzurri, il naso grande, le scarpette o pantofole di velluto nero, e in modo tonde che parevano il piede d'un bue o cavallo.
Stranica 114 - Epiroti Dar lor dominio ; non avrà disegno Ne la Morea o ne l' Arta far dispoti ; Non cacciarne Ottoman per dar lor regno, Ove da tutta Europa avria soccorso, E faria del suo ufficio ufficio degno : Ma spezzar la Colonna e spegner l...