Opere in Versi E in Prosa Del Dottor Filippo Pananti, Opseg 1Stamperia Piatti, 1824 |
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allor anco andar Anglesey Anubi arpa arpe avea avete Bangor Bardi batte bella Bisogna bocca buon Cambria cantanti CANTO cantor caro sposo casa cascò Cavicchio cento certi ch'è ch'io chiama Ciapo ciel Cleopatra credo cuore d'oro denari diavol dice dicea dicon dissi dolce Dragut Druidi Empoli faccia fare fate fece figlio fiori fuoco Galles gatto gente ghinee giorno gira gloria Gorsedd gran grida guardo l'Imbratta l'impresario L'IMPRESARIO IN ANGUSTIE Lamporecchio lascia lumi maestro di cappella mago Merlino mangiar Menabuoi mette mezzo minchione mondo morte Mospi muse musici notte occhi Ovadi parlar passo picchio piè piglia poesia poeta povero Quegli quei replicò restar rispose sacro santo sasso scappa scene sente siam siete signor star suol suon teatro terra testa tira tiran troppo trova tuono uomo vate vede veder versi voglio voglion vuol zio prete
Popularni odlomci
Stranica 345 - Vergine era fra lor di già matura verginità, d'alti pensieri e regi, d'alta beltà; ma sua beltà non cura, o tanto sol quant'onestà se 'n fregi. È il suo pregio maggior che tra le mura d'angusta casa asconde i suoi gran pregi, e de' vagheggiatori ella s'invola a le lodi, a gli sguardi, inculta e sola.
Stranica 88 - Mi verso nello stomaco uh terzino ; Quando poscia le viscere son calde, Ancor le gambe vanno leste e salde. Io vo con chi mi garba per la via , E pianto chi mi va poco a fagiolo ; Mi piace chiacchierar, sto in compagnia ; Mi piace meditar^ passeggio solo. Fo soltanto il cammin che posso fare, E faccio lungo il dì quanto mi pare. Allorchè resto a certe osteriette Non ho ad altro a pensar che alla mia strada ; Nè duopo è ch...
Stranica 92 - E senza buttar via tante monete, come tanti pomposi e tanti sciocchi, io vo come Pittagora, Talete, Rousseau, del Turco, e Raimondo Cocchi; giacché vedo che posso e ci riesco, non vo' più che il caval di san Francesco.
Stranica 27 - Senti, che pensi ? olà, figli, consorte, Gelo, palpito, oh Dei, sogno o son desto ? Scostati, oh ciel! ti lascio , io vado a morte, • Tremo, che orror, che strano caso è questo-! Misero, che farò ? sorte...
Stranica 26 - Bisogna massacrar tutto il libretto, ed uscir sempre fuor del seminato, acciò quivi cader possa il duetto, e qui venire il pezzo concertato; spesso ancor da quei barbari si vuole, pria la musica, e dopo le parole. Quei chiede amor, questi una parte fiera: "Signor Maestro, la ci badi bene io l'aria debbo aver con la preghiera, ed io voglio il rondò con le catene. - Io vo' veder sul trono - Io vo' apparire sul carro trionfale.
Stranica 86 - Quando son raffrescato, e meno stanco , Levo di tasca un paro di scarpini, Mi metto al collo un fazzoletto bianco, Tiro fuori la gala ei manichini ; Fo due ricci superbi, e sulla testa Mi do una nappatina lesta lesta. Entro all'alloggio con disinvoltura, Dicendo, non vo...
Stranica 5 - Sta un poeta in ciabatte e nudo il collo, a un vecchio desco che ha tre piedi soli, per somigliare al tripode di Apollo; su pezzucci di carta i versicciuoli volano per la stanza e per la villa, come le profezie della Sibilla.
Stranica 137 - E prima cbe s' accomodin le teste Voglion esser le pance accomodate ; Di là con un bellissimo concetto Ingenti venter largitor fu detto. Si vuoi fare una fabbrica, un canale? Tutto a un pranzo si fissa e si dispone; Evvi il gran desinar ministeriale, Quello dei membri dell...
Stranica 6 - E sopra un pasticciar par che ci spiri. Ha un viso lungo lungo rifinito, Che pare uscito fuor dallo spedale; Ha una barbuccia, che pare un romito, Un codin come quello del majale, Un cappello che sembra un. spicchio d'aglio, E che ripara l'acqua come un vaglio. Ha un vecchio vestituccio di stamina Con le maniche tutte rattoppate ; Regge le tasche con una forcina, E son dentro di pelle foderate; E quando è a qualche buon desinaretto, Vi fa sgusciare* un'ala di galletto. Ha un par di calzonucci...
Stranica 26 - Ficcan le ariette che sanno a memoria, E a tirarle con gli argani mi tocca, E tutti i salmi finiscono in gloria ; Han di parole una gran filastrocca Che trovai) sole armonoise e belle, E che son sempre quelle, e sempre quelle.