La divina commedia, Opseg 1Presso L. Ciardetti, 1826 |
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alcun allora altra anime ARGOMENTO assai avea aver bolgia buon caccia cagione canto capo cerchio certo ch'i chiama ciascun Cielo città collo color colui comincia conte corpo credo cuor Dante dice dietro dire disse dissi dolore duca duro ebbe Enea eran essendo esso faceva fanno fare fece fiera figliuolo fiorentini Firenze fiume fondo forte forza fosse fosso furono gente giro gran gridò guarda Guido insieme intende l'altro l'un lasciò latino legge lingua luna lungo luogo maestro maggior male mano mare mente mezzo mondo monte morte nome nuovo occhi padre pare parlare parole passo paura pena persona piedi piena poco Poeta porta posta poteva prese propriamente puniti punto pure quei quivi ripa Rispose ritornare segue senso sentimento sovra spiriti terra testa Tomo tormento tornar tosto trista trova uomo valle vedi venuto verso vidi Virgilio viso vivo volere volta volte vuol
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Stranica 173 - NON era ancor di là Nesso arrivato, Quando noi ci mettemmo per un bosco, Che da nessun sentiero era segnato. Non frondi verdi, ma di color fosco ; Non rami schietti, ma nodosi e involti ; Non pomi v
Stranica 320 - Perigli siete giunti all' occidente, A questa tanto picciola vigilia Dei vostri sensi, ch' è del rimanente, Non vogliate negar l' esperienza, Diretro al sol, del mondo senza gente. Considerate la vostra semenza : Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza.
Stranica 222 - Quando a' vapori, e quando al caldo suolo. Non altrimenti fan di state i cani, Or col ceffo, or col piè, quando son morsi O da pulci, o da mosche, o da tafani. Poi che nel viso a certi gli occhi porsi, Ne...
Stranica 240 - O somma Sapienza, quanta è l'arte che mostri in cielo, in terra e nel mal mondo, e quanto giusto tua virtù comparte!
Stranica 94 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Stranica 39 - Roma sotto il buono Augusto, Al tempo degli Dei falsi e bugiardi. Poeta fui, e cantai di quel giusto Figliuol d' Anchise, che venne da Troia, Poi che il superbo Ilion fu combusto.
Stranica 65 - Dio spiacenti ed a' nemici sui. Questi sciaurati, che mai non fur vivi, Erano ignudi e stimolati molto Da mosconi e da vespe eh' eran ivi. Elle rigavan lor di sangue il volto, Che mischiato di lagrime, a' lor piedi Da fastidiosi vermi era ricolto.
Stranica 231 - Dal mezzo in qua ci venian verso '1 volto, Di là con noi, ma con passi maggiori : Come i Roman, per l' esercito molto; L' anno del giubbileo, su per lo ponte, Hanno a passar la gente modo tolto : Che dall' un lato tutti hanno la fronte Verso '1 castello, e vanno a santo Pietro : Dall' altra sponda vanno verso '1 monte.
Stranica 66 - Temendo no 1 mio dir * gli fosse grave, 80 Inliiio al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo, Gridando: Guai a voi anime prave: Non isperate mai veder lo ciclo. 85 I ' vegno per menarvi all' altra riva, Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo: E tu che se' costì, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Stranica 162 - Adice percosse, O per tremuoto o per sostegno manco; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse, Cotal di quel burrato era la scesa. E in su la punta della rotta lacca L...