La divina commedia, Opseg 1

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Presso Tommaso Masi e Comp., 1817
 

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Stranica 325 - Lo maggior corno della fiamma antica Cominciò a crollarsi mormorando, Pur come quella cui vento affatica. Indi la cima qua e là menando, Come fosse la lingua che parlasse, Gittò voce di fuori, e disse : Quando Mi diparti...
Stranica 22 - L' aiuta sì, ch' io ne sia consolata. Io son Beatrice, che ti faccio andare : Vegno di loco, ove tornar disio : Amor mi mosse, che mi fa parlare. Quando sarò dinanzi al Signor mio, Di te mi loderò sovente a lui. Tacette allora, e poi comincia...
Stranica 141 - ngegno tuo da quel ch' ei suole ; Ovver la mente dove altrove mira? Non ti rimembra di quelle parole, Con le quai la tua Etica pertratta Le tre disposizion, che '1 Ciel non vuole : Incontinenza, malizia, e la matta Bestialitade? e come incontinenza Men dio offende, e men biasimo accatta?
Stranica 400 - E disser : Padre, assai ci fia men doglia, Se tu mangi di noi : tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Stranica 215 - Quando a' vapori, e quando al caldo suolo. Non altrimenti fan di state i cani Or col ceffo, or col piè, quando son morsi O da pulci, o da mosche, o da tafani.
Stranica 62 - E come gli stornei ne portan l' ali, Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Così quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sé lunga riga ; Così vid...
Stranica 70 - Nessun maggior dolore Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria: e ciò sa il tuo dottore. Ma se a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui che piange e dice. Noi leggevamo un giorno per diletto Di Lancialotto, come amor lo strinse; Soli eravamo e senza alcun sospetto.
Stranica 29 - Per me si va nella città dolente; Per me si va nell'eterno dolore; Per me si va tra la perduta gente.
Stranica 249 - Ma io noi vidi, né credo che sia. Se Dio ti lasci, Lettor, prender frutto Di tua lezione, or pensa per te stesso, Com'io potea tener lo viso asciutto, Quando la nostra imagine da presso Vidi sì torta, che il pianto degli occhi Le natiche bagnava per lo fesso. Certo i* piangea, poggiato ad un de* rocchi 25 Del duro scoglio, si che la mia scorta Mi disse: Ancor se
Stranica 368 - Diss' egli a noi, guardate e attendete Alla miseria del maestro Adamo : Io ebbi vivo assai di quel eh' io volli, E ora, lasso ! un goccio! d' acqua bramo. Li ruscelletti, che de...

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