L'Enfer du Dante, Opseg 1

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Michel Lévy frères, 1852 - Broj stranica: 299
 

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Stranica 204 - Morte comune, e delle Corti vizio, Infiammò contra me gli animi tutti, E gì' infiammati infiammar sì Augusto, Che i lieti onor tornare in tristi lutti. L'animo mio per disdegnoso gusto, Credendo col morir fuggir disdegno, Ingiusto fece me contra me giusto. Per le nuove radici d' esto legno Vi giuro, che giammai non ruppi fede
Stranica 156 - auspicar fu tutto spento, Piangendo disse : se per questo cieco Carcere vai per altezza d'ingegno, Mio figlio ov' è, e perché non è teco? Ed io a lui : da me stesso non vegno : Colui, eh' attende là, per qui me mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno. Le sue parole, e '1 modo della pena
Stranica 46 - seme Di lor semenza, e di lor nascimenti. Poi si ritrasser tutte quante insieme , Forte piangendo, alla riva malvagia , Ch' attende ciascun uom che Dio non teme. Caron dimonio con occhi di bragia Loro accennando, tutte le raccoglie : Batte col remo qualunque s' adagia. Come d' autunno si levati le foglie, L
Stranica 226 - montagna v' è, che già fu lieta D'acqua e di frondi, che si chiama Ida; Ora è diserta come cosa vieta. Rea la scelse già per cuna fida Del suo figliuolo ; e, per celarlo meglio, Quando piangea, vi facea far le grida. Dentro dal monte sta dritto un gran veglio,
Stranica 19 - ta grandeur ! Tu dici. che di Silvio lo parente, Corruttibile ancora, ad immortale Secolo andò, e fu sensibilmente : Però se l'avversario d' ogni male Cortese fu, pensando 1' alto effetto Ch' uscir dovea di lui, e '1 chi, e '1 quale , Non pare indegno ad uomo d' intelletto ; Ch' ei fu dell
Stranica 124 - Ed egli a me : avanti che la proda Ti si lasci veder, tu sarai sazio : Di tal disio converrà che tu goda. Dopo ciò poco vidi quello strazio Far di costui alle fangose genti, Che Dio ancor ne lodo, e ne ringrazio. Tutti gridavano : A Filippo Argenti : Quel Fiorentino spirito bizzarro In sé medesmo si volgca co
Stranica 74 - E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sé lunga riga, Così vid' io venir, traendo guai, Ombre portate dalla detta briga ; Perch' io dissi : Maestro, chi son quelle Genti, che 1' aer nero sì gastiga ? La prima di color, di cui novelle Tu vuo' saper, mi disse quegli allotta,
Stranica 240 - discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà per tuo ben far nimico : Ed è ragion ; che tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare il dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara,
Stranica 122 - son un che piango. Ed io a lui : con piangere e con lutto, Spirito maledetto, ti rimani ; Ch' io ti conosco, ancor sie lordo tutto. Allora stese al legno ambe le mani : Perché '1 Maestro accorto lo sospinse, Dicendo : via costà con gli altri cani. Lo collo poi con le braccia mi cinse;
Stranica 40 - Ed egli a me : questo misero modo Tengon 1' anime triste di coloro, Che visser senza infamia, e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli Angeli, che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per se foro. Cacciarli i Ciel, per non esser men belli, Né lo profondo Inferno gli riceve, Ch

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