La divina commedia di Dante Alighieri

Naslovnica
Ulrico Hoepli, 1899 - Broj stranica: 1260
 

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Stranica 44 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, E cominciai : Francesca, i tuoi martiri A lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, A che e come concedette amore, Che conosceste i dubbiosi desiri?
Stranica 45 - Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso : Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante : Galeotto fu il libro e chi lo scrisse : Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Stranica 398 - Che il giardin dello imperio sia diserto. Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Stranica 497 - Esce di mano a Lui che la vagheggia, Prima che sia, a guisa di fanciulla Che piangendo e ridendo pargoleggia, L'anima semplicetta che sa nulla, Salvo che, mossa da lieto Fattore, Volentier torna a ciò che la trastulla.
Stranica 381 - Perché l'animo tuo tanto s'impiglia », disse '1 maestro, ,« che l'andare allenti? che ti fa ciò che quivi si pispiglia? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma che non crolla già mai la cima per soffiar de...
Stranica 172 - O Simon mago, o miseri seguaci, Che le cose di Dio, che di bontate Deono essere spose, voi rapaci Per oro e per argento, adulterate; Or convien che per voi suoni la tromba, Perocchè nella terza bolgia state.
Stranica 396 - Quell'anima gentil fu cosi presta, Sol per lo dolce suon della sua terra, Di fare al cittadin suo quivi festa; Ed ora in te non stanno senza guerra Li vivi tuoi, e l'un l'altro si rode Di quei che un muro ed una fossa serra.
Stranica 67 - Alma sdegnosa, Benedetta colei che in te s' incinse. Quei fu al mondo persona orgogliosa ; Bontà non è che sua memoria fregi : Così s' è l
Stranica 653 - Dopo la tratta d' un sospiro amaro, A pena ebbi la voce che rispose, E le labbra a fatica la formaro. Piangendo dissi: Le presenti cose Col falso lor piacer volser miei passi, Tosto che il vostro viso si 'nascose.
Stranica 226 - Quando fui su, ch' io non potea più oltre, Anzi mi assisi nella prima giunta. Omai convien che tu così ti spoltre, Disse il Maestro, ché, sedendo in piuma In fama non si vien, né sotto coltre, Senza la qual chi sua vita consuma, Cotal vestigio in terra di sé lascia, Qual fummo in aer ed in acqua la schiuma : E però leva su, vinci l' ambascia Con l' animo che vince ogni battaglia, Se col suo grave corpo non s

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