La divina commedia, col com. del p. P. Venturi. 3 tom, Opseg 11819 |
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Acheronte alcun Alichino allora altra anima Antenora appresso Aquino Arno assai avea Barbariccia bolgia caccia Cacciaguida cagione CANTO Caronte Centauri cerchio ch'è ch'i che'l ciascun Cielo città collo colui convien corpo costui cuor Daniello Dante Demonj dice dinanzi dissi dolore duca Enea erano Esaù essendo fece fiamma fiera figliuolo Fiorentini Firenze fiume Flegetonte Flegias fuggire fummo furono gente Gerione Ghibellini gran gridò Guarda Guelfi Guido Inferno intende l'altro Landino latino Lucifero luogo maestro Malacoda mente Messer mezzo Michel Zanche mondo monte morte occhi Ovid parea parlar parole passo paura pena perocchè petto piange pianto piè piedi pigli poco Poeta porta Poscia prese puniti pure quà quei quì quivi ripa rispose sangue sanza scoglio selva settimo cerchio sovra spiriti Tebe terra tormento torre tosto trista Trojani uomo valle veder vedi veggio Vellutello venir verso vidi Virgilio vizj volse volte vuol dire
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Stranica 231 - Bolle l' inverno la tenace pece, A rimpalmar li legni lor non sani Che navicar non ponno ; e 'n quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa ; Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che 'nviscava la ripa d' ogni parte. 1' vedea lei , ma non vedeva in essa Ma che le bolle che 1 bollor levava , E gonfiar tutta e riseder...
Stranica 342 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Stranica 188 - Io aveva una corda intorno cinta , E con essa pensai alcuna volta Prender la lonza alla pelle dipinta. Poscia che l' ebbi tutta da me sciolta , Sì come 'l Duca m' avea comandato , Porsila a lui aggroppata e ravvolta; Ond...
Stranica 29 - Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che...
Stranica 175 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Stranica 29 - Tu se' solo colui, da cu' io tolsi Lo bello stile, che m
Stranica 38 - Lucevan gli occhi suoi più che la Stella: E cominciommi a dir soave e piana, Con angelica voce, in sua favella (I).
Stranica 115 - Che giova nelle fata dar di cozzo ? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo. Poi si rivolse per la strada lorda, E non fe motto a noi : ma fe sembiante D' uomo, cui altra cura stringa e morda, Che quella di colui che gli è davante.
Stranica 285 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto, Quanto veduta non n' aveva alcuna. Noi ci allegrammo, e tosto tornò in pianto; Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte 1' acque, Alla quarta levar la poppa in suso. E la prora ire in giù, com' altrui piacque, Infin che il mar fu sopra noi richiuso.
Stranica 155 - Come l' altre verrem per nostre spoglie , Ma non però ch' alcuna sen rivesta ; Che non è giusto aver ciò ch' uom si toglie. Qui le strascineremo, e per la mesta .Selva saranno i nostri corpi appesi Ciascuno al prun dell