I versi latini di Giovanni del Virgilio e di Dante AllighieriPer l'Agenzia libraria di Firenze, 1845 - Broj stranica: 226 |
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Albertino Mussato Alfesibeo allora Alphesiboeus amico Anastagio Anton Francesco Doni anzi appunto argomenti Arno Bernardoni Boccaccio Bologna C. L.
P. id canti Caorsini capellae caprette chè Ciclopi cielo colla componimenti Convito Coridone D.
P. id DANTE ALLIGHIERI DANTES DELL'EGLOGA detto dice Dino Perini Divina Commedia Doni dotti dottrina Egloghe Epistola esametri esso figlio fiume Frigio Fronde Ghibellini Giovanni del Virgilio glosa Guelfi Guido Novello idest Ille illustre invece ipse Jola l'Italia lingua Lodovico il Bavaro luogo medesimo Melibeo Meliboeus monte Mopso Mopsus Muse Mussato Nisa nobili nome Paradiso parla pastorale pastori patria pecorelle Peloro Penea Poema poeta poetica Polenta Polifemo pretesa lettera Prose prova Purg quid quod Ravenna regno Roberto Sarno scilicet scritto scrive secolo senex Sicilia signor Canonico Bandini storici studio tibi Titiro Tityrus tunc ultimi vati vedasi vede Veneti Venezia versi latini
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Stranica 136 - Lì si cantò, non Bacco, non Peana, Ma tre Persone in divina natura, Ed in una persona essa e l
Stranica 26 - Or quel che t' era retro t' è davanti ; Ma perchè sappi che di te mi giova, Un corollario voglio che t' ammanti. Sempre natura, se fortuna trova Discorde a sè, come ogni altra semente Fuor di sua region, fa mala prova. E, se il mondo laggiù ponesse mente Al fondamento che natura pone, Seguendo lui, avria buona la gente. Ma voi torcete alla religione Tal che fia nato a cingersi la spada, E fate re di tal ch' è da sermone ; Onde la traccia vostra è fuor di strada.
Stranica 25 - Peloro, sopra il golfo Che riceve da Euro maggior briga, Non per Tifeo, ma per nascente solfo, Attesi avrebbe li suoi regi ancora, Nati per me di Carlo e di Ridolfo, Se mala signoria, che sempre accora Li popoli suggetti, non avesse Mosso Palermo a gridar : Mora, mora. E se mio frate questo antivedesse, L...
Stranica 194 - Così mezzo fra stordito e sdegnato, né so qual più, cominciai alcune poche cose a dire in quella lingua, che portai meco dalle fasce .- la quale fu loro poco più familiare e domestica, che la latina si fosse. Onde in cambio d...
Stranica 128 - ... io sovente arrosso e disfavillo. In veste di pastor lupi rapaci si veggion di quassù per tutti i paschi : o difesa di Dio, perchè pur giaci ? Del sangue nostro Caorsini e Guaschi s'apparecchian di bere.
Stranica 178 - Non v'accorgete voi, che noi siam vermi Nati a formar l'angelica farfalla, Che vola alla giustizia senza schermi...
Stranica 194 - ... ogni sfrenata lascivia. Perché m'è paruto darvi questo breve avviso della legazione che per vostra parte ho eseguita; pregandovi, che, quantunque ogni autorità di comandarmi abbiate, a simili imprese più non vi piaccia mandarmi .- delle quali nè voi riputazione, nè io per alcun tempo consolazione alcuna spero.
Stranica 193 - Ogni altra cosa m' arci pili tosto creduto vedere, che quello che corporalmente ho trovato e veduto delle qualità di questo eccelso Dominio. Minuit praesentia famam ; acciocché io mi vaglia di quel passo di Virgilio. Io m'aveva fra me medesimo immaginato di dolere trovar qui quei nobili e magnanimi Catoni, e quei rigidi censori de...
Stranica 108 - Atropos heu laetum livida rupit opus. Huic ingrata tulit tristem Florentia fructum, exilium, vati patria cruda suo. Quem pia Guidonis gremio Ravenna Novelli gaudet honorati continuisse ducis, mille trecentenis ter septem Numinis annis, ad sua septembris idibus astra redit...
Stranica 57 - Che in tutti i suoi pensier piange e s' attrista ; Tal mi fece la bestia senza pace, Che, venendomi incontro, a poco a poco Mi ripingeva là dove il Sol tace. Mentre eh' io rovinava in basso loco, Dinanzi agli occhi mi si fu offerto Chi per lungo silenzio parea fioco.