De Wachter, Opseg 1

Naslovnica
A.B. van den Heuvel, 1871
 

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Stranica 160 - Di caritade, e giuso intra i mortali, Se' di speranza fontana vivace. Donna, se' tanto grande, e tanto vali, Che qual vuol grazia, ed a te non ricorre.
Stranica 165 - Nel suo profondo vidi che s'interna legato con amore in un volume, ciò che per l'universo si squaderna; sustanze e accidenti e lor costume, quasi conflati insieme, per tal modo che ciò ch'i' dico è un semplice lume. La forma universal di questo nodo credo ch'i' vidi, perché più di largo, dicendo questo, mi sento ch'i
Stranica 168 - ... indova; ma non eran da ciò le proprie penne: se non che la mia mente fu percossa da un fulgore in che sua voglia venne.
Stranica 160 - Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz'ali. La tua benignità non pur soccorre a chi domanda, ma molte fiate liberamente al dimandar precorre. In te misericordia, in te pietate, in te magnificenza, in te s'aduna quantunque in creatura è di bontate.
Stranica 294 - Hé, bonjour, monsieur du Corbeau Que vous êtes joli! que vous me semblez beau! Sans mentir, si votre ramage Se rapporte à votre plumage, Vous êtes le phénix des hôtes de ces bois.
Stranica 257 - Zum Sehen geboren, Zum Schauen bestellt, Dem Turme geschworen, Gefällt mir die Welt. Ich blick' in die Ferne, Ich seh' in der Näh' Den Mond und die Sterne, Den Wald und das Reh. So seh' ich in allen Die ewige Zier, Und wie mir's gefallen, Gefall
Stranica 163 - Da quinci innanzi il mio veder fu maggio che '1 parlar nostro ch'a tal vista cede, e cede la memoria a tanto oltraggio.
Stranica 164 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria. Io credo, per l'acume ch'io soffersi del vivo raggio, ch'i' sarei smarrito, se li occhi miei da lui fossero aversi.
Stranica 165 - Che ciò ch'io dico, è un semplice lume. La forma universal di questo nodo Credo ch'io vidi, perchè più di largo, Dicendo questo, mi sento ch'io godo. Un punto solo m'è maggior letargo Che venticinque secoli all'impresa Che fé' Nettuno ammirar l'ombra d'Argo.
Stranica 161 - Or questi, che daW infima lacuna Dell' universo insin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una, Supplica a te, per grazia, di virtute Tanto, che possa con gli occhi levarsi Più alto, verso /' ultima salute. Ed io, che mai per mio veder non arsi Più ch' io fo per lo suo, tutti i miei prieghi Ti porgo (e prego che non sieno scarsi), Perché tu ogni nube gli disleghi Di sua mortalità, co' prieghi tuoi, Si che 'l sommo piacer gli si dispieghi.

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