Biblioteca italiana, o sia giornale di letteratura, scienze ed arti ..., Opseg 13

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1819
 

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Stranica xix - Italia : nessun letterato di grido ha preso parte a queste esoticità , ed i fautori di esse non sono che pochi individui, i quali ammirano eziandio come nuove e trovate dagli stranieri alcune verità , che noi da gran tempo avevamo 1' onore di veder predicate e praticate dai nostri antichi e moderni scrittori.
Stranica 155 - Italiani hanno ricevuto dai Latini la mitologia come un patrimonio ; quando essa cessò d' essere la religione dei popoli, fu confinata nei versi:, ma, divenuta un linguaggio poetico, non può essere rigettata se non da chi ignora- che alle favole non si presta già fede come a verità religiose , ma si considerano come idoli della •fantasia ed allegorie sapientissime. Chi oserà dire del Parini che non fosse sommo filosofo e maestro finissimo della ragione poetica? Eppure egli si servì continuamente...
Stranica xxix - Argentare e ali' isola del Giglio , ed una Lettera inedita di Andrea Cesaipino, con alcune notizie intorno al suo erbario che «i conserva in Firenze in casa Nencini, col ragguaglio di alcune opere inedite del Michieli e del Targioni , e di un codice miniato di Storia naturale che è nella galleria di Firenze.
Stranica 174 - Sempre natura, se fortuna trova discorde a sè, come ogni altra semente fuor di sua region, fa mala prova : e se il mondo laggiù ponesse mente al fondamento che natura pone, seguendo lui, avrìa buona la gente. Ma voi torcete alla religione tal, che fi a nato a cingersi la spada ; e fate re di tal, ch'è da sermone : onde la traccia vostra è fuor di strada.
Stranica 257 - Coro d'Angeli cantanti la gloria di Dio. A la lira del Ciel Iri sia l' arco, Corde le Sfere sien, note le Stelle, Sien le pause, ei sospir l' aure novelle, E '1 Tempo i tempi a misurar non parco.
Stranica 2 - IH.»» fosse qui, perché di queste conversazioni assolutamente non se ne trovano in altri luoghi. Lunedì il Cav. Bernino suddetto fa recitare una Commedia da lui composta dove sono cose da far morire dalle risa chiunque ha pratica della Corte, perché ciascuno sia piccolo, o sia grande, Prelato o Cavaliere massime de
Stranica 155 - Gì' italiani hanno ricevuto dai latini la mitologia come un patrimonio; quando essa cessò d'essere la religione dei popoli, fu confinata nei versi ; ma, divenuta un linguaggio poetico, non può essere rigettata, se non da chi ignora che alle favole non si presta fede come a verità religiose, ma si considerano come idoli della fantasia ed allegorie sapientissime. Chi oserà dire del Parini...
Stranica 31 - Conscio e scontento della sua solitudine, vi si ostinò, benedicendo «non aver lui avuto maestro nelle cui parole avesse giurato», e ringraziando «quelle selve, fra le quali, dal suo buon genio guidato, aveva fatto il maggior corso de' suoi studi».1 Il latino veniva in fastidio, ed egli pose da canto greco e toscano, e fu tutto latino.
Stranica 292 - Dch! che molli io non ti veggia D' oro i vanni delicati. I fioretti dormigliosi Entro i verdi lor bottoni Stanno ancor tutti nascosi Colle teste a penzoloni. Ma che vai se non rischiara? L' ale movi, e fai cammino! Dimmi, dimmi, apetta cara, Dove vai pria del mattino? Cerchi il mel? Se hai tal desio, Chiudi l' ale, e non stancarti: Certo un loco so ben io La diletta del mio core, Nice mia, conosci tu? Ne...
Stranica 153 - ... d'ogni genere, è santa cosa l'insorgere; contro il primo è povertà di giudizio e di cuore. Noi crediamo regola certa, per discernere se il poeta ne abbia usato saggiamente, l'osservare se tra le idee mitologiche e l'indole del poema sia qualche contrasto: ove si trovi, non è dubbio che il poeta malamente ne usò; fuori di questo caso, la mitologia, parcamente adoprata, ne sembra una sorgente inesausta d'infinite bellezze poetiche.

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