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Io mi sono rivolto a Roma per avere la copia della bolla d'instituzione di M." Elio in vescovo di Pola, e dopo molte cure prese per tre anni, e qualche dispendio, avendo anche impegnati i dottissimi ab. May e Marini, non si potè rinvenirla nè nell' archivio della dateria apostolica, nè in quello del vaticano. Ebbi soltanto un'annotazione, la quale indica, che M. Elio fu nominato in vescovo di Pola per Obitum di G. Battista Vergerio. Nel mese però di luglio dell' anno 1827, ritrovandomi a Roma favorito dalla bontà, e somma gentilezza di Mons. Polidori segretario del concistoro pei vescovi, trassi dalla pag. 463 del volume I. Acta concistorialia il seguente documento. In concistorio die 17 augusti 1548 referente Rmo de Sancta Cruce, providit (Paulus III. P. M.) Ecclesiæ Polensi, tunc per obitum bono memoria Joannis Baptisto (Vergerio), extra romanam curiam defuncti, vacanti, de persona Dom. Antonii (Elio), et cum retentione obtentorum, etc. Avendo ottenuto Mons. Elio il vescovato di Pola per obitum di G. B. Vergerio, certa

mente deve dirsi che non è stato deposto; ed essendo dichiarato nel concistoro G. B. Vergerio bonæ memoriæ, ad evidenza risulta che morì cattolico vescovo, in grembo

alla cattolica chiesa.

Pietro Paolo vescovo di Capodistria, fratello di G. B. fu spogliato della dignità episcopale nel concistoro del 3 luglio 1549, come dal Farlati nell'Illyricum Sacr. Tom. IV. p. 113, il quale ne porta l'atto, ciò che vuol dire, un' anno dopo la morte di G. B., dunque Gio. Battista non poteva essere deposto dal vescovato col fratello Pietro Paolo nel 1548, come dice l' Ughelli, perchè G. B. morì un' anno prima della deposizione di suo fratello Pietro Paolo, deposto nel 1549.

e

Questa deposizione dal vescovato fuga a Ginevra di G. B. Vergerio, quale viene data dall' Ughelli, fu egualmente e coll' identiche espressioni esposta da M." Gio. Domenico Juras ultimo vescovo di Pola nella sua prima pastorale diretta a quella città. La qual cosa dimostra, che gli uomini anche dotati di talenti e di dottrina

distinta, quale fu quel vescovo, sanno addotare ciecamente, e senza esame gli altrui crrori.

PITTURA ESISTENTE NELLA SAGRESTIA

DELLA CATTEDRALE DI POLA.

Contemporaneamente all' Ughelli, morto in Roma nel 1670 il vescovo di Pola Alvise Marcello, il quale tenne quella cattedra dall'anno 1653 sino 1661 in cui cessò di vivere in Roma, fece dipingere sopra un quadro bislungo, che tuttora esiste sopra la porta nell'interno della sagrestia di quella cattedrale, la chiesa stessa nel mezzo, ed alla destra un vescovo pontificalmente vestito, colle mani innalzate, e gli occhi rivolti al cielo, il quale s' incammina verso la cattedrale, preceduto da clero, da fedeli, e da angeli, tutti con torcie accese. Alla sinistra altro vescovo pure pontificalmente vestito, con bocca spalancata, occhi spaventati, e rivolti verso la chiesa e l'altro vescovo, e figurato in atteggiamento di fuggire precipitosamente con una turba de' suoi

seguaci, e preceduto da una grande figura pure che fugge, e che si dice essere il diavolo da alcuni, e da altri l'eresia.

Alla destra di questo quadro, lavoro distinto del celebre pittore Pietro Vecchia vi è dipinto lo stesso vescovo Marcello in rocchetto e mozzetta in mezza figura di grandezza naturale colle mani giunte in atto di pregare.

Questo quadro rappresenta G. B. Vergerio, che scacciato viene dalla sua sede unitamente alla turba de' suoi eretici da un vescovo cattolico.

Dalle cose superiormente indicate balza evidentemente agli occhi l'impostura di questo quadro, il quale aumenta la favola data dall' Ughelli, dicendo egli che G. B. Vergerio passò a Ginevra, ed il quadro dimostra che fu scacciato dalla cattedrale; favola abbracciata bonariamente dal vescovo Marcello, e bonariamente fatta dipingere in quel quadro a perpetua memoria di uno storico fatto, com'esso ha creduto; ma che diremo piuttosto a perpetua memoria dello storto giudizio del volgo, e dell' ignoranza di

questo buon vescovo morto in Roma nel 1661 dopo otto anni di sede.

A questo stesso vescovo Marcello dubbiamo pure attribuire ciò che si scorge negli atti del vescovo G. B. Vergerio, che pur sono salutari, esistenti negli archivii di Pola, come pure si scorge nel sinodo che da me si possiede originale, nei quali atti fece levare col taglio delle forbici il nome di detto vescovo G.B. non solo, ma in molti degli atti si veggono scritte le seguenti parole damnate memoriæ.

OPINIONE GENERALE IN POLA.

L'opinione generale in Pola si è, che G.B. Vergerio fu scacciato della sede da altro vescovo cattolico, fuggì a Ginevra, fu deposto dal pontefice, e mori nella Svizzera eretico opinione che smentita viene coi medesimi fatti di storia già indicati. Falsità di opinione la quale combacia coi sentimenti dell' Ughelli in parte, ed in parte colla favola del quadro esistente in quella sagrestia.

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