stamente acquistato ; in modo che non ottenne il cardinalato promessogli anteriormente al ritorno della dieta, come assicurano autori accreditati, e come si traspira anche dalla lettera del Muzio, allo stesso diretta (Vergeriane p. 8 ter.), che il Fedele era d'opinione che dovesse mutare il verde in porporino. Diffatti ritornò al suo vescovato da Roma senza ottenere lo sperato premio ai servigj prestati alla santa sede, anzi accorgendosi del cattivo animo che regnava contro di lui, così avvertito dal cardinale Ginucci. Con quall'animo partisse da Roma il Vergerio al 25 giugno 1541 per ritornarsene al suo vescovato, può ognuno pensarlo. Egli si ammalò, e può raccolgersi dalla lettera del Bembo, che la cagione del male da passione derivasse; scrivendo egli al nipote, al 3 novembre 1541, in questi termini: La infermità di monsignor vescovo di Capodistria mi dispiace assai. Arò caro lo facciate visitare da parte mia, e gli facciate buono animo, ed esortiate a star allegramente, che cosi più facilmente guarirà. Il Vergerio era nna di quelle anime conoscono sensitive ed altresi ( seguita il Carli) che se stesse , e dissimular non possono l'ingratitudine e l'ingiustizia che loro vien fatta, nel non ottennere le meritate ricompense ai prestati servigj , ed alle sostenute fatiche nelle incombenze, alle quali furono destinate ; e però è da credere che ne concepisse estremo disgusto, ed anche un male augurato irritamento e dispetto. Al che noi aggiungiamo, che se si consideri una certa naturale superbia, di tali anime, esse diventano 'poi capaci di dare negli eccessi contrari, e pericolando rovinare se stesse e perdere ogni ulteriore diritto a giustificazione, per essersi abbandonate all'errore. Torniamo al Carli. Se noi non ci trasportiamo con la mente a que' tempi, non possiamo mai formarci una giusta idea del tuniulto in cui trovavansi le conscienze, e gli animi umani in ogni angolo dell'Europa. In Germania dalla contestazione delle indulgenze, si passò dagli eretici all'esame degli abusi introdotti nella disciplina, poscia si andò ad attaccare molte superstizioni sostenute dall'interesse de frati, e degli altri Tomo I. 24 ecclesiastici, e finalmente si terminò con l'assalto ai dogmi, e col negare il primato al pontefice. L'asprezza de' nunzj (a) e de' legati, le precipitose sentenze, la persecuzione contro i protestanti in Francia, in Inghilterra ed in altri paesi irritarono gli spiriti che volevano la libertà, e dalla libertà le licenze nel loro intelletto; e con una rissoluta reazione, si moltiplicarono vieppiù le contese, gli assalti alla religione, ed alla chiesa romana. I libri che si pubblicavano, e le diete davano argomento dei giornalieri discorsi, onde ognuno interessato nel sommo articolo dell' eterna salute principiò a credersi, e si credeva di fatto, autorizzato ad esaminare, ed a ragionare sopra i punti, e sopra le nuove dottrine che si spargevano. Di due cose erano i pii e dotti uomi (a) Il Tiraboschi nella Letteratura Ital. T. VII P. I. p. 263 dice le seguenti precise parole. Il zelo dell'ALEANDRO sembrò eccessivo e trasportato da alcuni, e principalmente ad Erasmo, e ne venne la nimicizia che questi gli dichiarò. ܪ ni convenuti , cioè che si dovesse fare una riforma degli abusi introdotti, e che si dovesse radunare un concilio, onde gli articoli della credenza fossero stabilmente determinati. Il buon papa Adriano VI. ardentemente desiderava che precedesse ad ogni altra cosa una esalta riforma ; ma la morte lo impedì. De' suoi successori Clemente VII, e Paolo III non parve ingenua la condotta, desiderando essi d'innalzare le proprie famiglie al grado di sovranità. Paolo III raduno una congregazione per l'esame degli abusi , che principalmente dovevano riformarsi, ma l'opposizione del cardinale Schemberg la rese senza effetto. Il Vergerio che conosceva molto bene essere gli abusi introdotti il grande appiglio de' luterani , e ch'era persuaso, come tanti alıri, che necessaria fosse una riforma, teniò di surgare la sua diocesi da alcune pratiche, le quali conturbavano , e deturpavano la vera pietà ; come per esempio l'adorazione a S. Giorgio a cavallo qual protettore di Pirano; il culto di S. Cristoforo, ; ed altre simili cose delle quali faremo discorso più abbasso. Questa condotta del vescovo doveva necessariamente produrre del fermento attaccando le idee ricevute dall'infanzia , ed opponendosi anche all'interesse di alcuni ecclesiastici , e vedendo le novità derivare da e un vescovo che aveva trattato co' luterani , e sapendo che Lutero negava l'intercessione de' santi, sparsero che il vescovo Vergerio dalla Germania aveva portato seco la dottrina de’ luterani; e la disseminazione andò tant' oltre, che non si ebbe riguardo di accusarlo a Roma, ed al nunzio Della Casa ch'era in Venezia , come eretico. Niuna cosa in que' tempi era più facile , che le accuse di luteranismo, particolarmente contro quelli ch'erano stati in Ger mania. Pochi anni prima del Vergerio, cioè 1542 nel 1542 fu accusato anche il dottissimo, e beneinerito cardinale Gaspare Contarini ; ma il Vergerio non ebbe un cardinale Fregoso che lo sostenesse; e però Contarini, protetto da Carlo V ch' era in Lucca col |