CANTO I. Per correr migliori acque (1) alza le vele Che lascia dietro a sè mar si crudele. Ma qui la morta poesía risurga, (1) Migliori acque. Tale lezione, anzi che miglior acqua, è anche nel testo del Witte. (2) Calliope. Le comuni stampe hanno Calliopea: Calliope ha il nostro Commento, il Witte, e lo Scarabelli nel Commento laneo; così il Cassinese, il Cortonese ec. Agli occhi miei ricominciò diletto, Velando i Pesci ch' erano in sua scorta. lo mi volsi a man destra, e posi mente Poi che privato se' di mirar quelle! Vidi presso di me un veglio solo, (1) All' alto polo. Cosi legge il nostro, invece di altro, e cosi commenta rendendone ragione; e se veramente le quattro stelle sono, come pensa il Commentatore, parte della costellazione del Carro, non si può leggere altro polo, perchè si parla del polo medesimo onde il Carro era sparito. Circa però alle quattro stelle, sembra che appartengano alla costellazione detta Crocifero o Crociero, della quale si trova assai largamente parlato nella Sfera mondiale del Micaroli (Urbino 1626) pag. 16; dove pure si spiega acconciamente il presente luogo di Dante. Si veda anche un aneddoto nel Borghini, Studj di filología ec. Anno I, pag. 58, a proposito di tali stelle. Chi siete voi, che contra il cieco fiume Fuggito avete la prigione eterna? Diss' ei, movendo quell' oneste piume. Chi v' ha guidati? o chi vi fu lucerna, Uscendo fuor della profonda notte, Che sempre nera fa la valle inferna? Son le leggi d' abisso così rotte? O è mutato in ciel nuovo consiglio, Che, dannati, venite alle mie grotte? Lo Duca mio allor mi diè di piglio, E con parole e con mani e con cenni, Reverenti mi fe' le gambe e il ciglio. Poscia rispose lui: Da me non venni; Donna scese del ciel, per li cui prieghi Della mia compagnia costui sovvenni. Ma da ch'è tuo voler che più si spieghi Di nostra condizion com' ella è vera, Esser non puote il mio che a te si nieghi. Questi non vide mai l'ultima sera; Ma per la sua follia le fu si presso, Che molto poco tempo a volger era. Si come i' dissi, fui mandato ad esso Per lui campare, e non c'era altra via Che questa, per la quale io mi son messo. Mostrata ho lui tutta la gente ria; Ed ora intendo mostrar quegli spirti Che purgan sè sotto la tua balía. Come io l'ho tratto saría lungo a dirti: Dell' alto scende virtù che m' ajuta Conducerlo a vederti e ad udirti. Or ti piaccia gradir la sua venuta: Libertà va cercando, che è si cara, Come sa chi per lei vita rifiuta. Tu il sai, che non ti fu per lei amara In Utica la morte, ove lasciasti La veste che al gran di sarà sì chiara. Non son gli editti eterni per noi guasti; Se d'esser mentovato laggiù degni. Marzia piacque tanto agli occhi miei, Or che di là dal mal fiume dimora, Ma, se donna del ciel ti move e regge Va dunque, e fa che tu costui ricinghe Chè non si converría l'occhio sorpriso Questa isoletta intorno ad imo ad imo, Null' altra pianta che facesse fronda, O indurasse, vi puote aver vita, (1) Il nostro legge non lusinga, ma lusinghe; e quindi ricinghe, e stinghe, come ha il Witte, lo Scarabelli nel suo Lana, e altri buoni codici. |