Slike stranica
PDF
ePub

Ma esso, ch' altra volta mi sovvenne

Ad alto forte, tosto ch' io montai,

Con le braccia m'avvinse e mi sostenne : E disse: Gerion, muoviti omai:

Le ruote larghe, lo scender sia poco: Pensa la nuova soma, che tu hai. Come la navicella esce di loco

In dietro in dietro, sì quindi si tolse;
E poi ch' al tutto si sentì a giuoco,
Là 'y' era 'l petto, la coda rivolse,

E quella tesa, come anguilla, mosse,
E con le branche l' aere a se raccolse.

Maggior paura non credo che fosse,
Quando Fetonte abbandonò gli freni,
Perchè 'l ciel, come appare ancor,

Nè quando Icaro misero le reni

si cosse:

Sentì spennar per la scaldata cera,
Gridando il padre a lui: mala via tieni,
Che fu la mia, quando vidi ch' io era
Nell' aere d'ogni parte, e vidi spenta
Ogni veduta, fuor che della fiera.
Ella sen va notando lenta lenta;

Ruota, e discende, ma non me n'accorgo,

Se non ch' al viso, e disotto mi venta. Io sentia già dalla man destra il gorgo

Far sotto noi un orribile stroscio:

Ad alto, cioè, a più alto Iuogo, nelle cerchia superiori: forte ec. intendi, fortemente mi avvinse, e mi sostenne.

Le ruote larghe ec. cioè, i giri sieno larghi. Lo scender sia poco, cioè, la discesa sia obbliqua, e lenta.

Si senti a giuoco. Dicesi che l'uccello è a ginoco, quan. do è in luogo sì aperto, che ei può volgersi ovunque vuole.

L'aere a se raccolse. Questa è l'azione di chi nuota. Ha detto al cant. 16. Venir notando una figura in suso.

Il ciel, come appare ee. E favola che la via lattea apparisse in cielo', quando il carro del Sole, mal guidato da Fetonte, cosse, cioè, arse quella parte di esso cielo.

Che fu la mia, cioè, di quello che fu la mia.

Manon me n'accorgo. Chi discende dall' alto, per lo gran vano dell' aria, e non vede alcuna cosa intorno, non si accorge di calare, se non perchè sente la resistenza dell' aria, che egli viene a mano a mano rompendo. Ciò ben sanno a di nostri gli Areonauti. Stroscio, strepito che fa

Perchè con gli occhi in giù la testa sporgo. l'acqua cadendo.

Tomo I. 14

Allor fu' io più timido allo scoscio ;
Perocch' io vidi fuochi, e sentii pianti;

Ond' io tremando tutto mi raccoscio.
E vidi poi, che nol vedea davanti,
Lo scendere e 'l girar, per li

gran mali
Che s'appressavan da diversi canti .
Come ' falcon, ch'è stato assai su l' ali,
Che senza veder logoro o uccello,
Fa dire al falconiere: oimè tu cali,
Discende lasso, onde si muove snello
Per cento ruote, e da lungi si pone
Dal suo maestro, disdegnoso e fello:
Così ne pose al fondo Gerione

A piede a piè della stagliata rocca,
E discarcate le nostre persone,
Si dileguò, come da corda cocca.

Scoscio, precipizio.

Mi raccoscio, cioè, tutto ini restringo serrando le coscie, per non cadere dal dosso della bestia.

E vidi poi ec. intendi, m'accorsi, per lo avvicinarsi al guardo mio „delli granmali, (cioè, de' tormenti, e degli nomini tormentati ), dello scendere, e del girare, che io faceva discendendo: della qual cosa non mi accorgeva davanti, cioè, prima.

Logoro, richiamo del falco, ch'è fatto di penne a modo di un' ala, col girar della quale il falconiere suok chiamare esso falco.

[blocks in formation]

DELL' INFERNO

CANTO XVIII.

ARGOMENTO.

Chi tragge alle sue voglie, od alle altrui,
Femmina con inganno, ha qui la pena
Sotto le sferze, de' peccati sui .
Più oltre poi gli adulatori mena

Lor colpa al fondo d' una fossa lorda
D'alta immondezza, e tal feccia ripiena,
Che col parlar fallace ben s' accorda

[ocr errors]

Ouavo

cerchio.

Luogo è in inferno, detto Malebolge,
Tutto di pietra e di color ferrigno,
Come la cerchia, che d' intorno il volge.

Nel dritto mezzo del campo maligno

Malebolge, parola compo sta significa, cattive bolge. Nel dritto mezzo, cioè, nel giusto mezzo: maligno, cioè, ripieno d'anime fraudo lenti, e maligne.

Vaneggia, cioè, si mostra vano, voto.

Di cui suo luogo ec. Figu ratamente dice, che il suo luocioè, quella parte del

Vaneggia un pozzo assai largo e profondo, Forma, ove cadrà in acconcio

Di cui suo luogo conterà l' ordigno.

Quel cinghio, che rimane, adunque è tondo, aunque quella fascia di ter

Tra 1 pozzo e 'l piè dell' alta ripa dura,
E ha distinto in dieci valli il fondo.
Quale, dove per guardia delle mura
Più e più fossi cingon li castelli,
La parte dov' ei son rende figura;

di parlare di questo pozzo, ne
descriverà l'ordigno, cioè,
la forma, e l' artificio.
Quel cinghio ec. intendi:
ra, che rimane tra il pozzo,
e il piede della ripa, è tonda.
Valli, cioè, luoghi chiusi
da arginí, o bastioni. Vallo
deriva da Vallum voc. lat.

Quale ec. intendi: quale rende figura, cioè, come si presenta allo sguardo quella parte, quel circondario di terreno, ove sono i fossi, che cingono i castelli tale immagine presentavano allo sguardo que' valli espressi nel verso 9.

Prima bel

gia.

Tale immagine quivi facean quelli :
E come a tai fortezze da' lor sogli,
Alla ripa di fuor son ponticelli;
Così da imo della roccia scogli

Movien, che ricidean gli arginie i fossi
Infino al pozzo, ch' ei tronca e raccogli.
In questo luogo dalla schiena scossi

Di Gerion trovammoci; el poeta
Tenne a sinistra, ed io dietro mi mossi.
Alla man destra vidi nuova pieta,

Nuovi tormenti, e nuovi frustatori,
Di che la prima bolgia era repleta.
Nel fondo erano ignudi i peccatori:

Da mezzo in quà ci venian verso 'l volto;
Di là con noi, ma con passi maggiori :
Come i Roman, per l' esercito molto,
L'anno del giubbileo, su per lo ponté
Hanno a passar la gente modo tolto;
Che dall' un lato tutti hanno la fronte

Verso 'l castello, e vanno a santo Pietro,
Dall' altra sponda vanno verso 'l monte.
Di quà, di là, su per lo sasso tetro,

Vidi dimon cornuti con gran ferze,
Che li battean crudelmente di retro.
Ahi come facean lor levar le berze
Alle prime percosse! e già nessuno
Le seconde aspettava, nè le terze.

[blocks in formation]
[graphic][ocr errors][subsumed][merged small][subsumed]
« PrethodnaNastavi »