AL DISCRETO LETTORE. Stimavamo agevol cosa il compilare in un volume unico le Opere minori di Niccolò Machiavelli, escluse però le Legazioni e le Lettere, così chiamate familiari, secondo il concetto del tipografo Le Monnier; il quale con ciò intendeva a continuare la collezione delle Opere di quel sommo scrittore, cominciata per altrui diligenza con le Istorie nel 1843, e proseguita, non senza mia partecipazione, col Principe e coi Discorsi sulla prima Deca di Tito Livio nel 1848. Se non che, nel dar principio all'esecuzione di cotesto divisamento, e quanto più in essa io mi veniva avanzando, mi trovai stretto da tali e talvolta improvvise difficoltà, per cui mi conviene fin d'ora domandar venia ai lettori della debol prova che certo le più volte avrò fatta nel voler combatterle o superarle. Il numero poi e la varia natura di esse, appariranno assai manifesti per certi specialissimi esempi che, dopo alcune generiche ma troppo necessarie considerazioni, da me verranno allegati. La pubblicazione degli scritti immortali del Segretario Fiorentino, ove si guardi al loro complesso quale si ha nelle stampe più recenti, fu opera di molti, e fatta in tempi tra sè non poco diversi. Si aggiunge che gli editori quasichè tutti si accinsero a tale impresa timidamente, e come camuffati ed in maschera: quasi che ogni uomo che tocchi veleno potesse o dovesse esser preso per avvelenatore; non essendosi, come a dì nostri, conosciuto che ancora dalle sostanze più micidiali può l'abile chimico o il medico sapiente far nascere i farmachi |
